Uscire di casa a trent’anni
«Ho compiuto 30 anni, lavoro e aspetto di capire chi sarà la donna con cui condividere il mio cammino. Gli amici mi consigliano di lasciare la casa dei miei e di vivere autonomamente. Mia madre non capisce e dice che è as-surdo; mio padre tace. Io ho un po di paura e senso di colpa, ma mi attira lidea».
M.C.
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Sono d’accordo coi tuoi amici che ti consigliano di fare l’esperienza di vivere per conto tuo. Il distacco dai tuoi, infatti, se vissuto con serenità e senza farti prendere da scrupoli, ti aiuterà a crescere nel rapporto equilibrato che devi avere ora con loro e ti spingerà ad intensificare le tue relazioni fuori dalla famiglia, con amici e amiche. Nel cammino che ciascuno fa con i suoi genitori si inserisce ad un certo punto, come passaggio di necessaria crescita, anche l’andare a vivere fuori casa: indice di quel necessario perdere che permette la maturazione delle relazioni. Il realizzarlo concretamente ti aiuterà a trovare nuovi equilibri e sarà un dono, seppur difficile da capire, anche per i tuoi genitori e per tua madre in particolare. Infatti pure loro devono trovare nuovi equilibri con te e questo può esser un primo passo che li prepara a tue scelte più definitive. Non aspettarti, però, che capiscano e approvino: non è scontato e può succedere che non lo facciano mai. Non sentirti in colpa per questo e continua ad amarli e a far sentire che vuoi loro del bene ma che devi ora percorrere la tua strada, fiero e riconoscente di avere alle spalle dei genitori che ti amano, ma proteso verso il progetto che tu devi realizzare per il bene tuo e di tanti.