Uscire dal presentismo

«Nelle nostre società c’è qualcosa di sbagliato», ripeteva David Cameron “illuminato” dal fuoco che ha minacciato Londra.
Manifestazioni a Londra

«Nelle nostre società c’è qualcosa di sbagliato», ripeteva David Cameron “illuminato” dal fuoco che ha minacciato Londra. La bandiera della big society è stata ammainata per far posto al più rassicurante “legge e ordine”, che ha portato all’arresto di 2124 giovani e 1221 condannati. Il più piccolo ha 11 anni: ha saccheggiato un cestino per la carta straccia! Le città inglesi infuocate dai suoi figli, una generazione sospesa tra la piazza, le piazze mediatiche e la piazza e mezza del letto di casa, gioventù bruciante che non trova più il riconoscimento istituzionale alle proprie esistenze e cerca vie ripugnanti per uscire dagli errori passati. Ma non sempre. Ne sono testimonianze le piazze dei giovani: di Santiago che chiede istruzione; dei fedeli della Gmg di Madrid; degli studenti di Washington che chiede un lavoro stagionale; dell’Africa democratica. Nel bene e nel male i giovani sono la spia di un futuro minacciato.

 

In Italia il dato è impressionante: 500 mila di fatto “licenziati” nel solo 2010. A soffrire maggiormente non è il periferico Sud, ma il Nord e in particolare Milano e Torino. Le metropoli globalizzate e protagoniste: della ricchezza creata ieri e della crisi di oggi.

 

È vero, qualcosa di sbagliato c’è nelle nostre società: è l’aver vissuto per anni schiacciati sul presente. Isterico. Senza memoria. Angosciati dal tutto e subito (quando si poteva), si è persa la prospettiva, il riconoscersi l’un l’altro. Gli indici quotidiani dei mercati finanziari o le dichiarazioni di governanti sull’uscita dalla crisi «prima e meglio degli altri», sono emblemi del “presentismo”. Quando si smarrisce lo “sguardo lungo” le vittime diventano i giovani, che scommettono sul futuro. Il debito accumulato ieri sta ipotecando il domani, le condizioni di vita dei giovani sono peggiorate rispetto ai propri genitori. Bisogna far uscire dalla disperazione una gioventù che non può caricarsi da sola il risanamento, che implode nella rivolta. Per riparare al “qualcosa di sbagliato” bisogna assumere lo sguardo del più dolente. Il risanamento di oggi non può prescindere dalla società di domani.

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