Usa, il plauso del mondo al presidente Biden
“Joe Biden promette di tornare ad unire gli Stati Uniti“: l’apertura del quotidiano spagnolo El Paìs, parlando dell’insediamento del nuovo presidente Usa, pone l’attenzione sul tema dell’unità. Concetto che ritorna anche nell’editoriale dal significativo titolo “La ricostruzione dell’occidente“, in cui si sottolinea come questa presidenza rappresenti «un’opportunità perché tutte le democrazie intraprendano un cammino di efficacia politica e capitalismo inclusivo». Una conclusione del «viaggio alla fine della notte che gli Stati Uniti e l’Occidente hanno sofferto con Trump», caratterizzato da «quattro anni di degenerazione democratica, bugie sistematiche e stimolazione dei peggiori istinti».
Anche il francese Le Monde nel titolo torna sul tema della “ricerca dell’unità nazionale”, e fa notare come su «ambiente, immigrazione e sanità» il nuovo presidente abbia «già firmato diciassette decreti che fanno un passo indietro rispetto alla linea del suo predecessore». Anche qui, dunque, si insiste sulla discontinuità.
Sulla stessa linea il britannico The Guardian titola “Joe Biden segna il primo giorno della sua presidenza con una raffica di ordini esecutivi” sui temi citati anche da Le Monde; anche se nell’editoriale di Martin Kettle osserva come «Biden adesso è il presidente, ma Trump ha cambiato il Paese per almeno una generazione. Le parole di Biden non possono cancellare tutto, e la leadership globale degli Stati Uniti non può essere ricostruita facilmente, se mai lo sarà».
Il tedesco Der Spiegel parla di “Ritorno al futuro” nel descrivere l’ingresso di Biden alla Casa Bianca, perché «Donald Trump è Storia, Joe Biden è il futuro dell’America»; e afferma che ora è necessario «sovrascrivere una cattiva memoria». Una maggior fiducia nelle possibilità del nuovo presidente di cambiare le cose rispetto a quella espressa dal Guardian, dunque.
Passando in Russia, la Komsomol’skaja Pravda – come da sua tradizione, del resto – non dedica l’apertura alle notizie dagli Usa, a cui è dedicato un articolo in secondo piano. Parla di «rottura di tutte le tradizioni» e di «cerimonia sterile», «senza spettatori», di cui alcuni «indossavano addirittura due mascherine» – definite come «museruole». Vista negativamente anche l’assenza di Trump. Si conferma dunque come il rapporto tra il governo russo e gli Stati Uniti continui a mantenersi su una dialettica controversa.
The Times of India, sulla linea già vista di Le Monde e The Guardian, dedica ampio spazio agli ordini esecutivi già firmati da Biden che segnano l’inversione di marcia rispetto a Trump; ma stempera anche le tensioni, dedicando un intero articolo al fatto che il nuovo presidente abbia riferito di aver ricevuto una «lettera molto sentita» dal suo predecessore.
Il China Daily, oltre a rimarcare anch’esso il già descritto cambio di passo (in particolare il blocco del ritiro degli Usa dall’OMS) afferma che «I buoni legami con la Cina aiuteranno Biden ad affrontare alcune sfide fondamentali»; e auspica che il passo indietro avvenga presto anche su «politiche disastrose per la Cina», come «i dazi doganali punitivi e la guerra tecnologica». Mosse da cui «trarrebbe grande beneficio anche l’economia americana, gravemente colpita dal coronavirus». Un aperto riferimento dunque al fatto che proprio il Paese dove tutto è partito è quello che meglio ha risposto sotto il profilo economico alla pandemia, e si pone quindi come interlocutore ineludibile.
I vicini messicani da parte loro, come sottolinea El Diario, festeggiano soprattutto il cambio di passo sulle politiche migratorie, lo stop alla costruzione del muro e il potenziamento del DACA (il sistema introdotto da Trump a tutela di chi è arrivato negli Usa illegalmente da minorenne): sia il presidente Lopez Obrador che il ministro degli esteri hanno rilasciato ampie dichiarazioni in questo senso.