Usa, allarme dai ricercatori per la sanità
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Che l’insediamento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti avesse avuto un pesante impatto sulla ricerca medica, era cosa già nota. Tra gli effetti dei suoi primi provvedimenti c’era stato infatti il blocco delle pubblicazioni del Center for Disease Control (CDC), il Centro per il controllo delle malattie: diventa così impossibile monitorare, ad esempio, l’evolversi dell’epidemia di aviaria (e gli Usa sono il Paese occidentale probabilmente più colpito), virus che si teme diventi la prossima pandemia; o del morbillo, di cui sono tornati numerosi focolai con casi gravi dopo il crollo del tasso di vaccinazione. Era poi stato imposto di ritirare tutti gli studi che facessero in qualche modo riferimento alla cosiddetta “ideologia di genere”, finendo per far calare di fatto la scure anche su molti di quelli che tenevano in qualche modo conto delle differenze tra uomini e donne; nonché di congelare i finanziamenti a UsAid, ente statale che gestisce gli aiuti umanitari (compresi quelli medici) ai Paesi in via di sviluppo, aprendo il rischio che nascano nuovi focolai di malattie infettive che possono espandersi al resto del mondo. Il tutto coronato dalla nomina a ministro della Salute di un noto antivaccinista senza alcuna formazione medica, Robert Kennedy.
Ora anche il prestigioso British Medical Journal, una delle più autorevoli pubblicazioni in campo medico-scientifico, dà voce a queste preoccupazioni; e lo fa pubblicando in maniera anonima – per timore di ritorsioni verso l’autore, che potrebbe vedersi estromesso dal suo lavoro o potrebbe vedere bloccati i fondi ai progetti di cui si occupa – la lettera di un ricercatore americano. Per quanto l’autore non sia noto, c’è da credere che il BMJ abbia quantomeno verificato la credibilità dell’autore, trattandosi appunto di una rivista molto autorevole.
Lo scrivente si presenta come il ricercatore di un ente federale, «e spero che mi perdonerete e comprenderete – premette – se pubblico queste parole in forma anonima. Il fatto stesso che io debba pubblicarle in forma anonima in una Paese dove la libertà di espressione e di parola è sancito dalla Costituzione è una prova di quello che sta succedendo. [..] La libertà di parola e la legalità sono stati alla base di quello che gli Stati Uniti rappresentano ed hanno ottenuto, ma entrambi in questo momento vengono aggrediti. Ci è stata data una lunghissima lista di parole che, se usate, possono portare al ritiro di un finanziamento […] Ci è stato detto di togliere ogni riferimento a gruppi di persone vulnerabili e ritrattare o sospendere la pubblicazione di ogni articolo su riviste mediche e scientifiche che contengano quei termini. Al CDC ed altre organizzazioni federali con informazioni sulla salute pubblica è stato detto di rimuovere i dati relativi alla “ideologia di genere” […]. Rimuovere i dati demografici che caratterizzano i gruppi a rischio vuol dire che chi gestisce le comunità e i programmi non avrà più gli elementi per prendere decisioni ed allocare risorse per quelli che hanno più bisogno di assistenza. È un genocidio digitale: i gruppi di persone vulnerabili vengono eliminati. I dati sulle persone transgender vengono eliminati. Stiamo perdendo anche i dati sulla mortalità in maternità. Questi gruppi ne soffriranno per decenni. Gli Stati Uniti non saranno in grado di analizzare i dati di mortalità e morbilità per intervenire sulle diseguaglianze perché l’accesso a quei dati è vietato. Come possono i nostri governanti pensare che questa sia una vittoria quando i nostri vicini e le nostre famiglie moriranno?
I nostri governanti non capiscono che uscendo dall’Oms, censurando i report settimanali di mortalità e morbilità, e voltando le spalle alla salute globale ci rendiamo più vulnerabili alle pandemie che inevitabilmente ci saranno? Non solo gli Stati Uniti, ma il mondo intero correranno un rischio maggiore. I dati di malattie infettive emergenti, epidemici o pandemici, non saranno disponibili, come non lo saranno gli allarmi precoci e le informazioni per prevenire decessi e patologie. Gli Stati Uniti si sono gestiti male con la pandemia da Covid-19, con più di un milione di morti, e si preparano a fare ancora peggio nel futuro immediato. Anche questo ciclo di influenza stagionale è stato seguito in modo insufficiente e pericoloso.
Come sempre, saranno i più vulnerabili a morire, ma questa volta il dato non sarà registrato. C’è un’epidemia di morbillo in Texas, il cuore del movimento novax […]. C’è un’epidemia di tubercolosi nell’area centrale del Paese. I siti web che si occupano di salute sono stati oscurati. Dati su contraccezione, HIV, infezioni sessualmente trasmissibili ed influenza aviaria sono spariti. Un portale con i dati di mortalità e morbilità in maternità non è accessibile. Gli uffici del NIH che si interessano di salute femminile, di supporto alle donne in ricerca, e di opportunità per le donne di trovare finanziamenti, sono spariti. Il lavoro di decenni per favorire la presenza delle donne nel mondo scientifico e medico sono stati vanificati.
[…] Come membri della comunità medica, scientifica e della salute pubblica siamo preoccupati per la nostra società vedendo aumentare morti prevenibili sia all’estero che negli Stati Uniti, specialmente tra i più vulnerabili. Questo genocidio digitale cancellerà decenni di progressi per dare un’assistenza informata, e quelli che sono donne, non bianchi, poveri, e vivono in stati a guida Repubblicana, ne soffriranno di più. Come ricercatori noi abbiamo parlato per chi non ha voce, ma ora ci hanno imbavagliati. Amici e colleghi sono stati licenziati o messi nell’impossibilità di partecipare a progetti che salvano vite. Come possono i governanti prendere decisioni in base ai dati, se non ci sono i dati? […] Come possiamo lavorare in questo sistema così trasformato per la salute dell’America? Come possiamo prenderci cura della salute di tutti gli americani con questo genocidio digitale?».
Parole pesanti, che interpellano anche il resto del mondo.