Uruguay, primo centro interreligioso in un penitenziario
E' sorto all'interno del più grande carcere del Paese per iniziativa della Chiesa cattolica uruguayana e di quella anglicana.
Nella dura realtà della reclusione, la Chiesa uruguayana assume un’idea nuova per il Paese: trasformare quella che sarebbe divenuta una “cappella cristiana” (ecumenica) in un centro interreligioso e di spiritualità. «Vogliamo vivere una tolleranza costruttiva, che valorizzi e integri le differenze. Che si costruisca nel carcere COMCAR il primo centro di questo tipo nel paese é un segno dell’importanza dei detenuti per tutti» –spiega don Javier Galdona, Vicario della Solidarietá dell’Arcidiocesi di Montevideo.
L’iniziativa è sorta all’interno del complesso carcerario di Santiago Vasquez (Comcar), il più grande dell’Uruguay dove si registra oltre il 40 per cento dei carcerati con inevitabili condizioni di sovraffollamento e di rispetto dei diritti umani. Molti detenuti hanno espresso il desiderio di avere un luogo condiviso di spiritualità e hanno materialmente iniziato la costruzione del centro con il sostegno della pastorale carceraria della Chiesa cattolica e di quella anglicana.
(CL_Ciudad Nueva_Uruguay_2009.07.14)
L’iniziativa è sorta all’interno del complesso carcerario di Santiago Vasquez (Comcar), il più grande dell’Uruguay dove si registra oltre il 40 per cento dei carcerati con inevitabili condizioni di sovraffollamento e di rispetto dei diritti umani. Molti detenuti hanno espresso il desiderio di avere un luogo condiviso di spiritualità e hanno materialmente iniziato la costruzione del centro con il sostegno della pastorale carceraria della Chiesa cattolica e di quella anglicana.
(CL_Ciudad Nueva_Uruguay_2009.07.14)