Ursula von der Leyen presenta le tre sfide dell’Unione europea
Come ogni anno, a settembre, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, fa il punto sullo stato dell’Unione europea (Ue) davanti al Parlamento europeo riunito a Strasburgo.
La prospettiva è quella delle elezioni del Parlamento europeo del 2024, un’occasione per gli europei per riflettere sullo stato dell’Ue e sul lavoro svolto da chi li rappresenta, nonché l’occasione in cui decidere quale futuro e quale Europa vogliono.
Nel suo quarto discorso sullo stato dell’Unione, la presidente della Commissione europea ha sottolineato che molte delle priorità presentate nel 2019, anno d’inizio del suo incarico, per un’Europa verde, digitale e geopolitica, sono state raggiunte, nonostante il mondo sia stato sconvolto da una pandemia globale e dal conflitto tra la Russia e l’Ucraina.
Ursula von der Leyen ha osservato che «abbiamo visto nascere un’Unione geopolitica, che sostiene l’Ucraina, si oppone con forza all’aggressione della Russia, risponde all’assertività della Cina e investe nei partenariati». Allo stesso tempo, però, è essenziale mantenere aperta la porta della comunicazione e del dialogo con la Cina.
Nello specifico, nei confronti dell’Africa, l’Ue deve dare prova della stessa unità d’intenti dimostrata per l’Ucraina. È necessario concentrarsi sulla cooperazione con i governi legittimi e con le organizzazioni regionali e sviluppare un partenariato reciprocamente vantaggioso che si occupi essenzialmente di questioni comuni per l’Europa e l’Africa. Per questo motivo, insieme all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, si definirà un nuovo approccio strategico da promuovere in occasione del prossimo vertice tra Ue e Unione africana.
Inoltre, il Green Deal è oramai il fulcro dell’economia europea, «un programma la cui ambizione non ha eguali». Il Green Deal europeo è scaturito dalla necessità di proteggere il pianeta Terra, ma è anche stato concepito come un’opportunità per preservare la prosperità futura dell’Europa e, per questo, è stata definita una prospettiva a lungo termine con la normativa sul clima e l’obiettivo del 2050.
L’Ue ha avviato la transizione digitale ed è all’avanguardia a livello mondiale nel campo dei diritti online. Ancora, NextGenerationEU è uno strumento storico che destina 800 miliardi di euro a riforme e investimenti e sta creando posti di lavoro dignitosi per il presente e per il futuro.
Sono state gettate le basi di un’Unione della salute, contribuendo a vaccinare un intero continente durante la pandemia nonché un’ampia parte del mondo. L’Ue ha iniziato a rendersi più indipendente in settori cruciali come l’energia, i chip o le materie prime.
Problemi come la disinformazione, la diffusione di contenuti nocivi e i rischi alla protezione dei nostri dati hanno portato a un’erosione della fiducia e alla violazione di diritti fondamentali delle persone. Ecco che l’Europa vi ha risposto divenendo capofila mondiale dei diritti dei cittadini nell’ambiente digitale. Infatti, il regolamento sui servizi e sui mercati digitali stanno creando uno spazio digitale più sicuro in cui i diritti fondamentali sono tutelati. Le nuove norme garantiscono anche l’equità, con responsabilità chiare per le grandi imprese tecnologiche.
Una particolare attenzione è stata dedicata al tema della parità di genere, portando a compimento alcuni dossier che molti pensavano sarebbero rimasti per sempre in stallo, come la direttiva sulla presenza delle donne nei consigli di amministrazione e la storica adesione dell’Ue alla Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne.
Poi, con la direttiva sulla trasparenza retributiva, l’Ue ha sancito il principio basilare secondo cui allo stesso lavoro deve corrispondere la stessa retribuzione. Grazie a SURE, la prima iniziativa europea di riduzione dell’orario lavorativo, sono stati salvaguardati 40 milioni di posti di lavoro durante la pandemia.
Del resto, la presidente della Commissione europea ha identificato tre sfide, quelle della manodopera, dell’inflazione e del contesto imprenditoriale, mentre si chiede all’industria di guidare la transizione pulita. Per questo, è necessario essere più lungimiranti e definire un modo per salvaguardare la competitività dell’Ue. Ecco perché Ursula von der Leyen ha chiesto a Mario Draghi, «una fra le più grandi menti dell’Europa in materia di economia», di preparare una relazione sul futuro della competitività europea.
Ursula von der Leyen ha osservato che, quando agisce con coraggio e insieme, «l’Europa raggiunge i propri obiettivi», ricordando che c’è ancora molto da fare e, pertanto, è necessario restare uniti. L’Europa deve prepararsi all’appuntamento con la Storia, «oggi la Storia ci chiama ad adoperarci per completare la nostra Unione». Per questo, «in un mondo in cui c’è chi prende di mira i Paesi uno dopo l’altro, non possiamo permetterci di lasciare indietro i nostri concittadini europei». Per questo, «il completamento dell’Unione è chiaramente nell’interesse strategico e di sicurezza dell’Europa».
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