Ursula Von der Leyen bis!
Il Parlamento europeo ha rieletto Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea, una scelta proposta dal Consiglio europeo, dove siedono i capi di Stato e di governo dell’Unione europea (Ue), all’insegna della stabilità e della continuità per l’istituzione che costituisce l’organo esecutivo dell’Ue, ma che ha anche il monopolio dell’iniziativa legislativa, cioè la facoltà di proporre le leggi che poi vengono discusse dagli eurodeputati e dai rappresentanti degli Stati membri che siedono nel Consiglio dell’Ue, rappresentati di volta in volta dai rispettivi ministri.
Ursula von der Leyen, già ministro della Difesa della Germania, che proviene dal Partito Popolare Europeo (Ppe), la più grande famiglia politica di centrodestra, ha ottenuto 401 voti in uno scrutinio segreto, ben al di sopra dei 361 voti di cui aveva bisogno per essere eletta. Ci sono stati 284 voti contrari, 15 astenuti e 7 voti dichiarati nulli, su 707 votanti. Von der Leyen ha avuto il sostegno dei tre principali gruppi europeisti: il Ppe, la famiglia politica di centrosinistra dei Socialisti & Democratici (S&D) e i liberali di Renew.
Nelle settimane e nei mesi precedenti al voto, alcuni esponenti di questi gruppi avevano detto che non avrebbero votato per lei, costringendola a cercare sostegno all’esterno della sua attuale coalizione, compresi i Verdi, il cui voto, arrivato all’ultimo momento, è stato essenziale. Cinque anni fa ella ebbe 8 voti sopra la maggioranza, questa volta 41. Proprio l’appoggio dei Verdi ha reso impossibile il sostegno della famiglia politica dei Conservatori e dei Riformisti Europei, della quale fa parte Fratelli d’Italia.
I prossimi passi per Ursula von der Leyen sono quelli di aggregare il collegio dei commissari europei, ciascuno nominato da uno Stato membro, che dovranno poi sottoporsi al giudizio e al voto del Parlamento europeo.
Nel suo discorso, von der Leyen ha fatto riferimento al periodo di profonda ansia e incertezza che vivono i cittadini europei, in un contesto nel quale «c’è un chiaro tentativo di dividere e polarizzare le nostre società», dove «le famiglie soffrono per il costo della vita e dell’alloggio; i giovani sono preoccupati per il pianeta, per il loro futuro e per la prospettiva della guerra; le aziende e gli agricoltori si sentono schiacciati».
Infatti, von der Leyen ha detto che vuole lavorare «insieme per un’Europa forte, basata sulla giustizia sociale, proteggendo le persone dal punto di vista della sicurezza e della difesa, ma soprattutto per difendere la nostra democrazia, che è attaccata da dentro e da fuori».
La presidente della Commissione europea ha parlato della sua visione «di un’Europa più forte che offra prosperità, protegga le persone e difenda la democrazia; un’Europa più forte che garantisce equità sociale e sostiene le persone; un’Europa più forte che attui ciò che concorda in modo equo», mantenendo fermi gli obiettivi del Green Deal europeo con pragmatismo, neutralità tecnologica e innovazione.
Ella ha parlato degli impegni che porterà avanti, dall’unione dei capitali a tutte le politiche connesse all’energia rinnovabile, dal rafforzamento di una difesa europea alle sfide del digitale ed ai crimini connessi, fino alla sicurezza delle frontiere esterne dell’Ue, il cui Patto sulla migrazione e l’asilo ne è un tassello. Queste sono delle sfide ma anche delle opportunità, per la Commissione europea e per l’Europa tutta, che saranno presto messe alla prova dei fatti.
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