Urgenza democratica dopo i fatti di Colonia
La notte di Capodanno ci ha profondamente sconcertati. Soprattutto a Colonia, ma anche in altre città, gruppi di stranieri hanno accerchiato e isolato giovani donne rubando i loro soldi e cellulari, importunandole gravemente fino, in alcuni casi, a svestirle e persino violentarle.
Fino ad oggi la polizia riporta 31 denunce a Stoccarda, 133 ad Amburgo e 516 a Colonia. A Colonia – scrive il quotidiano “Die Welt“ – le forze dell´ordine hanno identificato 32 uomini sospettati, di cui 22 avevano chiesto asilo. Tra i 32 inquisiti, nove arrivano dall’Algeria, 8 dal Marocco, 5 dall´Iran, 4 dalla Siria, 1 dall´Iraq, 1 dagli USA e 3 sono di cittadinanza tedesca.
I reati riscaldano gli animi delle persone scettiche verso l’apertura del Paese verso i rifugiati. Si sentono confermati nelle loro preoccupazioni che, assieme ai rifugiati, possano entrare anche dei criminali e che il compito dell’integrazione di così tanti stranieri sia una sfida troppo grande per la Germania.
Tanti cittadini sono rimasti inorriditi di fronte ad una controversa strategia dell’informazione: il primo gennaio la polizia di Colonia aveva riferito che la notte di Capodanno sarebbe stato tutto tranquillo. Solo più tardi ha ammesso l’accaduto, dopo che la notizia aveva già scandalizzato i cittadini testimoni delle aggressioni.
Anche diversi giornali e tv ne hanno dato notizia solo dopo giorni e con ciò hanno suscitato il sospetto su (possibili?) direttive dall’alto di tacere per non gettare ombre sui rifugiati e non deteriorare il clima nella società. Nel frattempo il capo della Polizia di Colonia è stato licenziato, ma anche il suo superiore, il ministro degli interni della Renania settentrionale-Vestfalia, dovrà giustificarsi davanti al Parlamento di questo Land.
Non aiuta a calmare le acque, il fatto che politici di diversi livelli e schieramenti si accusino vicendevolmente di aver commesso errori. Hanno cominciato una gara di proposte su come inasprire le leggi in modo che i rifugiati delinquenti possano essere espulsi dal Paese più rapidamente. Altri obiettano che le leggi sufficienti ci sono già, basta applicarle in modo più deciso. Dall’altro lato, estromettere i rifugiati non è sempre una soluzione semplice da realizzare. Ci sono i diritti dell´uomo che giustamente limitano una espulsione in Paesi dove li aspetterebbe la morte.
In generale si discute sulle possibili conseguenze che possono verificarsi quando giovani uomini cresciuti in culture dove le donne quasi non appaiono nella vita pubblica, o sono persino disprezzate, arrivano in una società libera. È messa in dubbio da una fascia crescente della popolazione la politica delle porte aperte della cancelliera Angela Merkel. Alzano la voce anche persone che accusano da tempo il governo di non aver reagito e preso provvedimenti già tre anni fa quando l´Italia e la Grecia hanno chiesto aiuto per i tanti profughi che attraversavano il Mediterraneo.
Profughi davanti alla stazione centrale di Berlino hanno distribuito fiori alle donne manifestando il proprio dispiacere per gli avvenimenti di Colonia e per esprimere la loro gratitudine alla nazione per averli accolti. Pubblicamente nei social media esprimono disapprovazione. Sottolineano che sono pochi i rifugiati che trattano i loro “ospitanti“ in questa maniera vergognosa e che per loro, invece, le donne tedesche sono considerate e rispettate come le loro “madri, moglie, sorelle“.
Circolano dei video che fanno vedere uomini stranieri che quella notte avevano cercato di impedire e proteggere dalle aggressioni le ragazze tedesche. Hanno paura che tanti tedeschi comincino a disprezzare tutti i “rifugiati“ e “i musulmani“ per l´accaduto. Temono che si possano moltiplicare reazioni come quelle avvenute a Colonia, dove un gruppo di hooligans e militanti della estrema destra hanno organizzato, tramite i social media, spedizioni punitive per aggredire indistintamente gli stranieri: sono stati picchiati uomini del Pakistan, della Siria e della Guinea.
La notte di Colonia – poche settimane dopo gli attentati a Parigi – ha provocato una certa isteria. C´è la paura di perdere il controllo. Il presunto terrorista ucciso dalla polizia a Parigi, pochi giorni fa, dopo aver minacciato di usare una scure, veniva da una residenza per rifugiati della Germania e aveva utilizzato, per registrarsi, sette identità diverse. Queste notizie mostrano che nel paese sono arrivati talmente tanti rifugiati da aver messo in difficoltà anche la proverbiale capacità tedesca di far rispettare l’ordine, con il risultato di essere talvolta imprecisi nell’identificazione di coloro che sono accolti.
Fa parte del dibattito democratico che politici come il primo ministro della Baviera, Horst Seehofer, continuino a criticare la politica sull’immigrazione adottata dalla Cancelliera Merkel pur facendo parte della stessa componente politica. La loro retorica, però, a volte è pericolosa perché avviene a spese dei rifugiati e ha come conseguenza che cittadini xenofobi si sentano sostenuti nel loro atteggiamento da politici di alto livello.
E adesso? Prima di tutto ci vuole trasparenza da parte dei politici e dei media per riguadagnare la fiducia dei cittadini. Conoscere i fatti è indispensabile per poter capire quello che succede e tirarne le conseguenze. Per poter affrontare il fenomeno dell'immigrazione e per trovare delle soluzioni durature che siano condivise e sostenute dalla popolazione, è necessario che i politici di diversi schieramenti trovino un percorso comune: lascino da parte questioni di partiti e dei singoli Lander e strategie elettorali per prendere tempo e sedersi assieme per collaborare con l’aiuto di organizzazioni ed enti esperti nel campo dei rifugiati. È urgente elaborare, in Germania e nell’Unione Europea, una linea che tenga conto il più possibile delle necessità dei migranti e dei cittadini tedeschi.