Upside down
Di Educazione Siberiana di Salvatores già abbiamo presentato la recensione. Resta un film, per quanto algido, da vedere, perché i momenti di poesia per fortuna non mancano (e sono forse quelli più autentici, la scena delle giostre, in riva al fiume e poi gli sguardi dei piccoli…).
Fra le molte uscite, invece, ne scegliamo due.
Upside down, di Juan Diego Solanas. La storia di Giulietta e Romeo non muore mai, così questa volta la ritroviamo in un universo in cui convivono due mondi paralleli, quello superiore sviluppato e tecnologico e l’inferiore, puzzolente, disastrato e naturalmente inferiore, perseguitato dal primo. Una sorta di inferno e paradiso del futuro, dove il dolore e la frustrazione sono opposti all’efficienza crudele degli esseri superiori: vietato passare dall’uno all’altro, pena la morte. Ma l’amore è più forte e Adam (il simpatico Jim Sturgess) riesce a incontrasi con la bella Eve (la misteriosa Kirsten Dunst) ovviamente incontrando il pericolo e anzi sfuggendo per un pelo alla morte fra scorribande spaziali, corse vorticose ed effetti speciali a sazietà. Come in un universo dantesco, del 2100, però. L’avventura finisce come chi andrà a veder il film osserverà, ma il lavoro è piacevole, divertente e la favola bella funziona perchè il ritmo è incalzante, i cattivi son cattivi e i buoni sono buoni (c’è sempre un nero a impersonare il papà buono) e lo spettacolo è assicurato, con quel minimo di poesia (foreste, fiori, cieli) e suspence che non guasta mai.
Tutti contro tutti. Rolando Ravello prova a dirigere il suo primo film e ad interpretare il povero Agostino che, tornato dalla prima comunione del figlio, nel suo appartamento nei casermoni periferici romani, lo trova chiuso perché altri inquilini lo hanno occupato. Storie reali, mica fantasia. Così comincia l’avventura di trovare casa con l’aiuto del cognato. Scenette gustose, caratterizzazioni divertenti – gli immigrati buoni sanno un po’ di cliché -, qualche tirata anticlericale consueta (siamo a Roma) in un film molto romanocentrico che va avanti tra colpi di scena sino alla fine. Siamo davvero tutti contro tutti in questa Italietta di sfortunati? Per Ravello pare proprio di sì. Film piacevole, che si tiene sul filo del rasoio per non scivolare nel macchiettistico, e se ne esce abbastanza bene, unendo umorismo a indagine sociale. Ovviamente, senza approfondire troppo, perchè c’è pure da sorridere. In questo, Ravello ci riesce bene.
Buon divertimento!