Uomo di Altamura: 30 anni fa la scoperta

Il 7 e 8 ottobre la città federiciana ospita il convegno “Abissi del tempo” a cura della Soprintendenza Archeologia di Bari
La riproduzione dell'Uomo di Altamura (Foto: museo nazionale archeologico di Altamura)

Era l’ottobre del 1993 quando gli avventurosi ragazzi del C.A.R.S., il “Centro Altamurano di Ricerche Speleologiche”, durante una delle loro esplorazioni nell’area di Altamura, in Puglia, s’imbatterono in quello che sarebbe stato uno dei più importanti ritrovamenti paleontologici e archeologici della storia. Giusto trent’anni fa, infatti, cristallizzati dal lavorio delle acque preistoriche, incastonati nella roccia carsica e imperlati da gocce pietrificate di stalattiti e stalagmiti, furono rinvenuti i resti ossei, pressoché integri, di un uomo del Neanderthal. Lo scheletro è proprio quello del famoso “Uomo di Altamura” imprigionato da oltre 150 mila anni nella grotta di Lamalunga, nella quale l’allora giovane e vigoroso cacciatore precipitò e rimase intrappolato. Malgrado la sua forza e abilità egli, sicuramente anche a causa delle fratture riportate nella caduta, non riuscì mai più ad uscire da quella “lama” dove morì di inedia. I suoi resti mortali furono dunque trovati, nel 1993, adagiati in una cavità al termine di uno angusto cunicolo orizzontale lungo circa sessanta metri e preceduto da uno stretto inghiottitoio profondo circa dieci metri. La drammatica fine dell’uomo di Altamura fu l’inizio di un processo di concrezione ossea e calcarea che, custodita per millenni in una specie di scrigno del tempo, ci ha restituito delle preziose informazioni scientifiche sull’aspetto somatico e motorio dell’homo neanderthalensis, svelandone una sorprendente somiglianza all’uomo moderno quanto a grandezza dei molari, morfologia, qualità di incarnato e proporzioni degli arti.

“Ciccillo”: dal DNA ai raggi X

La storia dell’ “Uomo di Altamura” si è evoluta quasi costantemente nel corso di questi ultimi trent’anni, a partire proprio dal giorno in cui gli altamurani, a seguito della crescente simpatia per il loro “nuovo” concittadino preistorico, lo battezzarono con il nome di “Ciccillo”. Nel 2015, poi, arrivò uno straordinario risultato scientifico: il prelievo di alcuni frammenti ossei dallo scheletro cristallizzato di Ciccillo rese possibile estrarne il DNA e confermarne con certezza i suoi oltre 150 mila anni di età, stabilendo quello che ancor oggi è il più antico dato paleogenetico per un Neanderthal. La fama di Ciccillo proseguì inarrestabile; e così poco dopo due paleo-artisti olandesi, Adrie e Alfons Kennis, elaborarono sulla base di un’accurata analisi scientifica che si avvaleva di raggi X e fotogrammetria una riproduzione a grandezza naturale di Ciccillo, tutt’ora esposta nel museo nazionale archeologico di Altamura. Ne venne fuori una vera opera d’arte dotata di un accurato apparato fisiologico e anatomico, e realizzata, se non proprio in carne ed ossa, in pelle sintetica, crini di cavallo, e con un abbondante tocco di silicone sulle gote e sulla fronte per ravvivare l’incarnato e dare traslucidità al viso.

 

Speleologi nella grotta di Lamalunga (foto Paolo Petrignani). Tra gli sponsor dell’evento c’è National Geographic, di cui Petrignani è fotografo ufficiale.

 

“Abissi del tempo”: tutti gli eventi del trentennale

Sarà dunque il teatro Mercadante di Altamura il palcoscenico internazionale sul quale il 7 e l’8 ottobre si svolgerà il prestigioso convegno dal titolo “Abissi del tempo – La grotta di Lamalunga- L’uomo di Neanderthal”. Coordinati dal Ministero della cultura e dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari, numerosi relatori tratteranno varie tematiche come la tutela, ricerca e fruizione di cavità antropiche e contesti carsici antropizzati; il Neanderthal e il suo territorio; l’analisi e la conservazione di resti osteologici e fossilizzati.
Per tutti coloro poi che fossero curiosi di vedere la riproduzione al naturale di “Ciccillo” possono trovarla, insieme ad altri interessanti reperti stratigrafici preistorici, nel museo archeologico di Altamura, oggi guidato dalla direttrice Carla Bagnulo e anch’esso in odore di anniversario, visto che fu inaugurato e aperto al pubblico proprio nel 1993. Il seicentesco palazzo Baldassarre, sempre nella città federiciana, è invece il luogo dove è stata allestita una mostra degli scatti artistici del rinomato fotografo documentarista Paolo Petrignani. Vi si ammirano le stampe fotografiche in cui Petrignani ritrae i colori del paesaggio della “Murgia pugliese”, la grotta carsica di Lamalunga, gli speleologi in azione e i resti cristallizzati di “Ciccillo”. Sempre a palazzo Baldassarre è possibile visitare un altro percorso espositivo sul tema dell’evoluzione biologica dell’uomo, correlata ai fattori geologici e climatici. La dottoressa Donatella Ventura condurrà i visitatori i lungo i due percorsi espositivi con approfondimenti didattici per le scuole e con visite in località Lamalunga sul sito dove appunto nel 1993 ci fu il rinvenimento dell’ ”Uomo di Altamura”.

1993-2023: L’eredità dell’ Uomo di Altamura

L’uomo di Altamura ha custodito e consegnato all’umanità un’eredità di inestimabile valore che ha letteralmente rischiarato l’abisso dei tempi, e ha consentito alla scienza di stabilire definitivamente che i Neanderthal hanno convissuto per millenni con l’ “homo sapiens” dando vita a importanti incroci genetici. L’uomo moderno ha così direttamente ereditato da quello preistorico una maggiore vulnerabilità ad alcune malattie, ma anche maggiore resistenza ad altre. Studi più accurati di medicina molecolare e statistica ci suggeriscono che una seppur microscopica percentuale del DNA di noi europei custodisce l’eredità genetica dei Neanderthal e dunque di Ciccillo. E così nei geni di ciascuno degli oltre 700 milioni di abitanti del continente europeo c’è un piccolo messaggio in “codice” lasciato dall’uomo di Altamura: per cui, se qualcuno erroneamente ha pensato che dopo questi eventi il viaggio negli abissi del tempo sia destinato a concludersi, ora ha scoperto che invece esso è appena cominciato!

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