Un’onda rosa in una marea nera

Il Partito socialista conquista la maggioranza nell'Assemblea nazionale. Hollande ha il sostegno del Paese per contribuire a dare un volto più umano all'Europa
françois hollande

Il partito socialista ha ampiamente vinto le elezioni legislative in Francia, conquistando così la maggioranza dei seggi nell’Assemblea nazionale. Una vittoria annunciata, visto che i socialisti avevano già ottenuto la maggioranza al Senato, nella gran parte delle assemblee regionali e nelle città con più di 100 mila abitanti. Visti i numeri, la destra di Nicolas Sarkozy non ha potuto far altro che riconoscere la sconfitta.

Il Fronte nazionale di Marine Le Pen (estrema destra) ha eletto due deputati dopo 24 anni di assenza dal Parlamento, Europa ecologia, che ha stretto un accordo con i socialisti, potrà formare un gruppo parlamentare con 18 deputati, mentre il Fronte della sinistra (con i comunisti), che ha rifiutato ogni accordo, non avrà più di 10 deputati. François Bayrou, che ha sostenuto un centro indipendente, è stato eliminato per aver detto che avrebbe votato per Hollande. Il suo partito, il Modem, ha eletto solo due deputati, mentre i centristi rimasti fedeli a Sarkozy sono spariti, assorbiti nella disfatta dall’UMP (Unione per un Movimento popolare).

Dunque, si continua come prima, pur essendoci un governo di sinistra? Non è così semplice. La nuova assemblea si presenta ringiovanita: per il 40 per cento è formata da nuovi deputati e quasi un terzo costituito da donne. Tra gli eletti ci sono anche dei giovani deputati, figli o nipoti di immigrati, che hanno la nazionalità francese e si dichiarano pienamente francesi.
 
I socialisti possono governare da soli, senza la pressione diretta dei comunisti o dei verdi: una situazione ottimale per il presidente della Repubblica, che è più che altro un socialdemocratico e riproporrà, senza dubbio, una parte delle tesi di François Bayrou.
 
Ma da queste elezioni sono emersi altri segnali molto interessanti. Innanzi tutto, tutti i ministri di Nicolas Sarkozy che nei loro discorsi avevano sostenuto tesi vicine a quelle del Fronte nazionale sono stati eliminati. La Bretagna, una terra tradizionalmente democristiana (Modem), è passata a sinistra. Secondo gli esperti si tratta di una reazione all’avvicinamento all’estrema destra dell’ex presidente Sarkozy. Nell’UMP, nel caos della disfatta, questa stessa politica ha scosso i centristi e i sostenitori di una destra moderata. «L’UMP deve fare chiarezza sui suoi valori», ha dunque affermato Alain Juppé, uno degli esponenti di spicco del partito.
 
I francesi hanno inoltre deciso di premiare i candidati a loro più vicini e questo ha portato alla sconfitta dei candidati della sinistra, come Segolene Royal, o della destra imposti dalla direzione centrale del partito, a vantaggio del candidato locale.
Tuttavia, non bisogna dimenticare che il 44 per cento dei francesi ha deciso di non votare, anche se le vittorie di François Hollande negli ultimi cinque anni, gli danno una legittimità che pochi uomini di Stato o di governo hanno attualmente in Europa.
 
Europeo convinto, Hollande – per la sua vicinanza con Mario Monti e con i socialdemocratici tedeschi e con differenti correnti che sostengono la necessità di una nuova riflessione sul modo di affrontare la crisi economica – può rilanciare le speranze della gente per un’Europa dal volto più umano. Ma che cosa può fare uno statista di fronte alla marea nera dei mercati finanziari?

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