Uno spettacolo di santità

Alla Pontificia Università Lateranese, lo spettacolo “Ars Amoris. L’amore che viene da Ars” su Giovanni Maria Vianney, il santo curato d’Ars proposto dal Papa come modello per l’anno sacerdotale.
Ars Amoris

Sacerdote nel periodo napoleonico di una piccola cittadina francese, Ars di appena 250 abitanti. Questo in breve la vita di Giovanni Maria Vianney, un curato che ha reso la normalità straordinarietà per il modo in cui condusse la propria missione dedicandosi alla cura delle anime. Dormiva poche ore a notte. Poi prendeva la sua lanterna e raggiungeva la chiesa, mentre la gente era già lì ad aspettarlo. Riuscì a riavvicinare a Dio molte anime che se ne erano allontanate e ad aiutare tante persone che si affidavano alla sua guida spirituale, mostrandosi sempre devotissimo alla “piccola santa Filomena”, come egli la chiamava.

 

Lo spettacolo Ars Amoris. L’amore che viene da Ars del regista Redi Maghenzani, messo in scena nell’Aula magna della Pontificia Università Lateranense in occasione dell’Anno sacerdotale, ripercorre tutte le tappe di questo straordinario sacerdote. L’opera ha debuttato il 14 gennaio a Castel Gandolfo durante le celebrazioni del 150° anniversario dalla morte di san Giovanni Maria Vanney, il «Patrono di tutti i parroci del mondo», come lo aveva definito Pio IX nel 1929.

 

Unendo musica e parole, il concert-theatre ha ridistribuito in maniera lodevole e con ritmo incalzante parti recitate − con le voci narranti di Mario  Massari, Maria Rosaria Olori e Angelo Petrone, volto e voce del Curato D’Ars − e parti strumentali composte e eseguite al pianoforte da Sandro Crippa, che con Davide Viganò fa parte dell’ensemble Azioni Musicali con sede a Loppiano (Fi).

 

Al termine del programma, presentato da Paolo Loriga, caporedattore della rivista Città Nuova, un saluto del cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della congregazione per l’Educazione Cattolica. «Il curato sorprendeva per mentalità evangelica e vocazione sacerdotale.  Nel tempo i suoi sermoni si erano fatti sempre più semplici per avvicinarsi alla gente. L’Ars amoris è sì, come dice il sottotitolo dello spettacolo, amore che va da Ars, ma è anche arte di amare». Lo hanno testimoniato le figure dei grandi del XX secolo che per questo ideale hanno speso la propria vita e che nello spettacolo sono state ricordate, da Madre Teresa di Calcutta, a Papa Giovanni Paolo II fino a Chiara Lubich.

 

Altri appuntamenti da segnalare, a conclusione dell’anno sacerdotale, l’incontro del 9 giugno 2010 che si svolgerà nell’Aula Paolo VI in Vaticano con dibattiti e testimonianze sui temi "Uomini di Dio – icone di Cristo" e "Fratelli tra i fratelli: nell’unico popolo".

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