Uno sguardo ecclesiale sui carismi (Evangelii Gaudium 130-131)
(Evangelii Gaudium 130-131)
Forse l’aspetto che colpisce più di questa breve pennellata sui carismi è che papa Francesco ha puntato diritto sulla comunione orizzontale come tasto decisivo per capire l’autenticità di un carisma. Colpisce perché rappresenta una vera novità. Basta dare una occhiata ai testi del Vaticano II dove appare la parola “carisma”. Si vede subito che l’insistenza ricade sulla sottomissione al Magistero della Chiesa come chiave della autenticità ecclesiale di un carisma. Dunque, la comunione “verticale”.
Senza negare questo criterio – che rimane decisivo –, papa Francesco però, ha voluto mettere in rilievo la comunione orizzontale, «La sua capacità di integrarsi armonicamente nella vita del Popolo santo di Dio» come «chiaro segno dell’autenticità di un carisma». Fino al punto di fare dipendere di questa comunione la vera fecondità di un carisma: «È nella comunione, anche se costa fatica, che un carisma si rivela autenticamente e misteriosamente fecondo».
Papa Francesco indica anche con chiarezza che non dobbiamo illuderci. Questa comunione soltanto può essere opera dello Spirito Santo. Soltanto lui sa riconciliare la diversità senza rompere l’unità. E indica esplicitamente il fatto che, quando siamo noi ad affermare la nostra identità specifica, «provochiamo la divisione», invece quando cerchiamo di promuovere l’unità per conto nostro, «finiamo per imporre l’uniformità». Dunque indica ovviamente il modello trinitario come unica via possibile per vivere la comunione ecclesiale, modello che ci dice l’unico compito ancora da fare tra i diversi carismi: vivere il comandamento di Gesù dell’amore scambievole, non solo nel piano personale, ma anche tra i carismi. Così la missione della Chiesa andrà avanti. Nel vangelo, nessuno vive per se stesso. Quantomeno i carismi.
Carlos García Andrade
cmf, docente all’Angelicum