Universali alcuni principi delle culture indigene
La strada dell’incontro tra i popoli, soprattutto in sedi come l’Onu dove confluiscono tutte le culture del pianeta, passa anche per il riconoscimento formale di valori e di principi, spesso millenari, che hanno forgiato l’etica ed i comportamenti di intere popolazioni.
Questa settimana, i 193 Stati membri delle Nazioni Unite hanno votato all’unanimità una risoluzione dell’Assemblea Generale in materia di trasparenza nella gestione delle politiche pubbliche che tiene conto che i popoli indigeni e le comunità locali «contribuiscono in modo positivo a rafforzare gli impegni dell’individuo e della società in merito a migliorare l’efficienza, l’efficacia e la trasparenza dell’amministrazione pubblica e promuovere servizi pubblici capaci di inclusione e responsabili per lo sviluppo sostenibile».
I principi riconosciuti e proposti come universali sono quelli dei popoli delle Ande, espressi in lingua quechua: ama sua (non rubare), ama llulla (non mentire), ama quella (non essere ozioso), quello delpitqiksigautainniq (onestà) e qiksiksrautiqagniq (rispetto degli altri), appartenenti agli inupiat dell’Alaska, e il valore del tukuki (imparzialità e incorruttibilità) delle tribù canadesi dei piedi neri.
La notizia è stata accolta con soddisfazione dal presidente della Bolivia, Evo Morales, tra i promotori dell’inclusione dei principi etici dei popoli tradizionali delle Ande, convinto che siano molto importanti per ottenere «una gestione trasparente, onesta e al servizio dell’umanità. È un’enorme soddisfazione non solo per il presidente ed il governo, ma per i popoli indigeni immersi in un profondo processo di cambiamenti per il bene di tutti».
In precedenza, la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (Celac) e il G77 dei Paesi in via di sviluppo più la Cina avevano accolto i tre principi andini dell’ama sua, ama llulla e ama quella.