Uniti per i cristiani di Egitto
Cristiani e musulmani dicono no alle stragi. In tutta Europa reazioni di sdegno e solidarietà.
L’Europa è scossa dal massacro avvenuto la notte di Capodanno davanti ad una chiesa copta di Alessandria d’Egitto, dove lo scoppio di una bomba ha provocato 22 morti e 79 feriti, la maggior parte dei quali copti ortodossi. Parole di cordoglio e appelli alle autorità politiche e religiose si sono alternati in questi primi giorni dell’anno. Fatto importante è che hanno preso la parola non solo i rappresentanti delle Chiese cristiane, ma anche i portavoce delle comunità islamiche in Europa. Unanimi nel condannare l’attentato terroristico e nel chiedere la protezione di tutti i luoghi di culto, soprattutto in vista del Natale ortodosso che si celebra il 7 gennaio.
Tra i primi a manifestare dolore e sconcerto per quanto sta avvenendo in Egitto è stato Benedetto XVI che, dopo l’Angelus di domenica 2 gennaio, ha detto: «Questo vile gesto di morte, come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene, offende Dio e l’umanità intera».
Forte il dolore del mondo ortodosso europeo che si stringe alla Chiesa sorella copta di Egitto. Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill e il presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne dello stesso Patriarcato Hilarion hanno inviato messaggi di cordoglio a papa Shenouda III, capo spirituale della antica comunità copta. Le azioni dei terroristi non portano altro che «dolore, lacrime e sofferenza» ed hanno come «unico obiettivo quello di costringere le comunità cristiane radicate in Oriente dall’inizio del cristianesimo ad emigrare». «È il modello stesso di coesistenza pacifica tra persone e comunità di religioni differenti ad essere messa in pericolo». Scrivono i vescovi ortodossi di Francia che aggiungono: «Tutte le forze vive, cristiane e musulmane, di queste nazioni, sono invitate oggi a reagire insieme».
Dura la condanna anche della Conferenza delle Chiese europee (Kek) e del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc). «Atti di terrorismo come questi ci ricordano che dobbiamo rimanere uniti, cristiani e musulmani». L’appello del Wcc si rivolge al presidente egiziano Mubarak, ai leader religiosi e ai governi del Medio Oriente affinchè agiscano «prontamente e congiuntamente per salvaguardare i diritti religiosi fondamentali dei credenti di tutte le fedi». Scende in campo anche l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams: «Conosciamo la lunga e onorevole storia della coesistenza dei cristiani e musulmani in Egitto e siamo fiduciosi che la stragrande maggioranza del popolo egiziano è unito nel condannare questo e altri simili atti».
Vigorosa la condanna dei rappresentanti delle comunità islamiche presenti in Europa. In Italia il direttivo dell’Ucoii esprime «orrore e dolore»: «nessuna fede, credenza o ideologia potrà mai essere invocata per giustificare o anche solo spiegare le motivazioni aberranti che hanno condotto ad un atto tanto efferato che in tutta evidenza è stato programmato e perpetrato per minare la plurisecolare convivenza tra musulmani e cristiani, componenti storiche di quel Paese». Il comunicato contiene un’importante esortazione alla preghiera: «Invitiamo tutta la rete di moschee che fa riferimento alla nostra a pregare per le vittime e affinché quella criminale provocazione fallisca. Vadano i nostri fratelli a presentare le loro condoglianze ai cristiani d’Egitto dimostrando il senso della nostra vicinanza umana». Parole forti anche dal Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm) e dall’Unione dei musulmani di Francia mentre il rettore della Grande Moschea di Parigi, Dalil Boubakeur, mette in guardia: «l’obiettivo di aizzare tra loro e in maniera irrimediabile cristiani e musulmani, è destinato a fallire».