Un’isola movimentata
Decisamente il piccolo ma potente Stato del Golfo persico, il Bahrein, vive mesi difficili. Non è più solo l’isola felice del Gran premio di Formula uno, un francobollo di terra i cui abitanti godono di stratosferiche rendite petrolifere, la via più facile per giungere in Arabia Saudita. Il Bahrein è un luogo dove si stanno concentrando numerose rivolte.
Innanzitutto c’è la protesta della maggioranza sciita, che resta emarginata dalla vita politica ed economica del Paese. La foto pubblicata ritrae le proteste contro un tentativo di assassinio del leader degli sciiti locali, lo sceicco Ali Salman, presidente del partito al-Wefaq, a lungo vissuto in esilio a Dubai e a Londra, prima di ritornare in Bahrein grazie all’amnistia del 2001: i manifestanti accusano il governo di avere ordito l’agguato nello scorso giugno.
Ma altri focolai di contestazione emergono, come la protesta per lo sfruttamento subìto da parte di tanti lavoratori stranieri, indiani in particolare. E non mancano le accuse di corruzione indirizzate con dettagli precisi all’establishment del piccolo Paese del Golfo persico.