Un’Europa più digitale

La relazione UE sul decennio digitale chiede agli Stati membri un’azione collettiva per favorire l’uso delle nuove tecnologie digitali nella vita quotidiana.
Foto PEXELS
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La nostra società sta diventando sempre più digitale, grazie alle nuove tecnologie digitali che, per l’appunto, implicano nuovi modi di apprendere, intrattenere, lavorare, esplorare e realizzare le proprie attività. Tali tecnologie portano anche nuove libertà e nuovi diritti, offrendo alle persone l’opportunità di andare oltre le comunità fisiche, le posizioni geografiche e sociali. Indubbiamente, le nuove tecnologie digitali comportano anche molti rischi e, per questo, gli utenti devono esserne consapevoli e preparati ad affrontarli.

Ecco che l’Unione europea (Ue) ha elaborato un ambizioso quadro globale che guida tutte le azioni relative al digitale definito, per l’appunto, decennio digitale europeo. L’obiettivo è che nel corso di questo decennio tutti i cittadini europei acquisiscano le competenze per utilizzare le tecnologie digitali nella vita di tutti i giorni e le piccole e medie imprese e l’industria possano adottare tecnologie digitali e accedere ai dati che crescono sempre di più. Allo stesso tempo, l’Ue mira a favorire lo sviluppo di un ambiente digitale basato su valori europei, dove nessuno è lasciato indietro, tutti godono di libertà, protezione ed equità.

Per raggiungere questi obiettivi è necessario che la connettività a banda larga raggiunga completamente le persone che vivono in piccoli paesi, montagne e aree remote, in modo che tutti possano godere delle stesse opportunità online, contrastando quindi anche il crescente fenomeno dello spopolamento delle aree interne. Inoltre, i principali servizi pubblici e le procedure amministrative dovrebbero pure essere utilizzabili online per facilitare la vita dei cittadini e delle imprese. Del resto, i cittadini e le imprese devono essere preparati ad affrontare quei rischi, in primis quelli legati alla cibersicurezza, per i quali è necessario adottare adeguate misure di prevenzione contrasto.

Il programma strategico per il decennio digitale definisce le ambizioni digitali per il prossimo decennio, articolandole in quattro grandi obiettivi: formare una popolazione con competenze digitali e professionisti digitali altamente qualificati, realizzare infrastrutture digitali sicure e sostenibili, favorire la trasformazione digitale delle imprese e, infine, digitalizzare i servizi pubblici.

La Commissione europea ha pubblicato la seconda relazione sullo stato del decennio digitale, che valuta i progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi e dei traguardi digitali fissati per il 2030 dal programma strategico per il decennio digitale dell’Ue, dalla quale emerge che gli Stati membri dell’Ue hanno bisogno di investimenti aggiuntivi nelle competenze digitali, nella connettività a banda larga e nella diffusione dell’intelligenza artificiale (IA).

La relazione analizza inoltre le tabelle di marcia strategiche dei paesi dell’Ue, che descrivono nel dettaglio le misure nazionali pianificate per contribuire alla trasformazione digitale dell’Ue. Una delle principali conclusioni della relazione è che gli Stati membri debbano intensificare l’azione ed essere più ambiziosi nel perseguire gli obiettivi del decennio digitale.

La relazione sottolinea che permangono notevoli lacune in relazione ad alcuni obiettivi. Nello specifico, la fibra ottica raggiunge solo il 64% delle famiglie, mentre le reti 5G coprono soltanto il 50% del territorio europeo e non hanno ancora prestazioni sufficienti per fornire servizi 5G avanzati. Analogamente, il tasso di diffusione dell’IA, del cloud e/o dei big data nelle imprese europee è ben al di sotto dell’obiettivo del decennio digitale del 75%. Secondo le previsioni, al ritmo attuale, solo il 64% delle imprese userà tecnologie cloud entro il 2030, il 50% i big data e il 17% l’IA.

Per colmare queste lacune, la Commissione e i paesi dell’UE dovrebbero collaborare al fine di promuovere un mercato unico digitale pienamente funzionale. Sono inoltre incoraggiati a incentivare l’adozione di strumenti digitali innovativi da parte delle piccole imprese.

Invece, gli Stati membri hanno computo progressi verso l’obiettivo di rendere accessibili online tutti i servizi pubblici fondamentali e i fascicoli sanitari elettronici, predisponendo mezzi di identificazione elettronica sicura.

Anche gli obiettivi del decennio digitale in materia di competenze digitali sono ancora lontani: nell’Ue solo il 55,6% della popolazione dispone di competenze digitali di base, indispensabili per accedere ai servizi online. La relazione invita i paesi dell’Ue a seguire un approccio multidimensionale per promuovere le competenze digitali a tutti i livelli di istruzione e a incentivare i giovani, in particolare le ragazze, a interessarsi alle scienze, alla tecnologia, all’ingegneria e alla matematica.

Infatti, considerando lo scarso numero di donne che lavorano nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione come un’opportunità persa, poiché ciò rallenta il progresso della società verso un mondo digitale più equo e inclusivo e frena la crescita economica nell’Ue, tra gli obiettivi del programma strategico per il decennio digitale vi è anche quello di impiegare almeno 20 milioni di specialisti in tecnologie dell’informazione e della comunicazione nell’Ue entro il 2030, promuovendo l’accesso delle donne.

Il cosiddetto “Tabellone delle donne nel digitale”, valuta l’inclusione delle donne nei lavori, nelle carriere e nell’imprenditoria digitale. L’ultima statistica, curata da Eurostat, pubblicata ad agosto, mostra che le donne impiegate nei settori digitali sono una percentuale estremamente inferiore rispetto ai colleghi uomini e, quindi, riconosce che c’è ancora tanto da fare, in Europa, per colmare il divario di genere digitale.

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