Un’etichetta per la buona tavola

Garantire la genuinità del cibo grazie a chiare spiegazioni.
Supermercato

Basta con prodotti geneticamente modificati, pericolosi o provenienti da aree contaminate e spacciati per biologici o made in Italy. Finalmente presto avremo tutte le informazioni che abbiamo sempre desiderato sapere, ma che nessuno (o quasi) ci dava sugli alimenti che mangiamo.

Merito dell’etichetta obbligatoria, decisa dalla commissione Agricoltura della Camera, che ratificando il testo approvato dal Senato ha dato una scossa all’immobilismo parlamentare, approvando all’unanimità il provvedimento.

Certo, c’è ancora molto da fare: l’Unione europea ha già chiesto spiegazioni, in quanto la nostra normativa contrasta con quelle ben più blande europee, e bisogna ancora preparare i decreti attuativi per i singoli prodotti; ma di per sé la nuova legge è un grande passo avanti verso un consumo più sano e consapevole. Non solo permette di ridurre le frodi alimentari, ma servirà a rassicurare i consumatori e a tutelare i produttori. Tra i maggiori sostenitori della tracciabilità dei prodotti c’è la Coldiretti, guidata da Sergio Marini, che abbiamo intervistato.

 

Presidente, perché è importante l’etichetta obbligatoria?

«Questa legge è una vittoria per i cittadini e per i consumatori che potranno sapere da dove viene ciò che mangiano e scegliere l’agricoltura italiana e il vero cibo italiano, che sono i più controllati e apprezzati al mondo. È una vittoria per l’Italia intera perché il nostro Paese ha dimostrato di essere leader in tema di sicurezza alimentare, avendo avuto il coraggio di legiferare laddove l’Europa ha trovato sempre il modo di impantanarsi perpetuando gli interessi delle lobby».

 

Vista la precedente bocciatura, stavolta si otterrà l’ok dell’Ue?

«Secondo l’Ue con una chiara etichettatura lederemmo gli interessi di coloro che avvelenano le nostre tavole e uccidono le nostre imprese oneste. La legge rappresenta un punto a favore della civiltà e della democrazia, ma anche un chiaro monito: quando le forze sociali fanno squadra, vince la gente. Quando è in gioco la salute, si deve agire subito, non darsi tre anni per pensarci, come vuole fare l’Europa».

 

In un Parlamento bloccato, una legge ha messo tutti d’accordo…

«L’emergenza diossina ha reso evidente la centralità di una legge di buon senso, anche se il consenso si è consolidato nel tempo. È stata una vittoria per la politica italiana tutta. La legge è stata votata all’unanimità e questo fa onore a un Paese generalmente diviso su ogni cosa, che ha ritrovato l’unità sulla corretta informazione e sulla difesa della trasparenza».

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