Un’estate a passo di danza

La scuola di balletto classico di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu da 35 anni prepara ballerini che oggi calcano le scene dei teatri europei e d’oltreoceano. In estate apre le porte a nuovi allievi con corsi settimanali. «La nostra è anche una scuola di vita: attraverso la danza un ragazzo esprime anche i suoi talenti interiori»
Liliana Cosi e Marinel Stefanescu

Duemila metri quadrati di spazi, cinque sale dedicate alla danza, lezioni accompagnate da un maestro al pianoforte e come insegnati due ballerini che hanno fatto la storia della danza classica in Italia e all’estero: Liliana Cosi e Marinel Stefanescu. Da 35 anni – era il 1978 – a Reggio Emilia hanno aperto una scuola per formare alla danza generazioni di bambini e di ragazzi. Oggi molti di questi allievi calcano le scene di teatri europei e non solo, alcuni sono diventati coreografi e altri hanno aperto una loro scuola di danza. Quest’estate le porte di quest’accademia si apriranno, ancor una volta per piccoli, giovani e adulti che vogliono entrare nel mondo del balletto o che vogliono perfezionarsi: dal 1° luglio al 3 agosto infatti cominceranno i corsi estivi con lezioni giornaliere, fino a quattro in una sola giornata. Con Città Nuova siamo entrati, “in punta di piedi”, dentro le mura di questa scuola per chiedere a Liliana Cosi, come nasce un ballerino.

Ci spieghi come funziona una scuola di danza classica?
«La nostra è scuola ad indirizzo professionale e intende preparare dei ballerini veri e propri. Comporta nove anni di studio con diverse materie. Oltre alla danza classica, si insegna anche danza storica e danza di carattere, con riferimento alle danze di tradizione dei diversi paesi europei. Ci sono poi lezioni di passo a due che è la tecnica del ballare in coppia, il repertorio non solo classico, ma della nostra compagnia. Non mancano la ‘teoria della danza’, la ‘teoria musicale’, la ‘storia dell’arte’, la danza contemporanea. Poi c’è la preparazione atletica, sottesa a tutto il resto. Naturalmente i programmi sono adeguati all’età del ragazzo e ai suoi studi. È importante che si abbia il tempo di studiare e finire la media o il liceo. Ogni anno quattro o cinque ragazze superano con buonissimi voti l’esame di maturità».

Si possono quindi conciliare scuola statale e danza?
«Certo l’anno scolastico è pesante perché oltre alla scuola ordinaria, ogni giorno, sabato incluso, sono previste due ore e mezza di danza (classica e altre materie complementari). Attualmente frequentano il nostro corso 80 studenti provenienti da varie regioni italiane. Noi offriamo anche la possibilità del convitto per chi non risiede in Emilia. Certo in estate si rende di più perché si è liberi da altri impegni».

Si pensa spesso alla scuola di balletto come ad una scuola per elite, solo per alcuni…
«I giovani sono attirati dalla danza in generale e poi ci sono quelli che, in particolare, desiderano fare danza classica. Magari cominciano a livello amatoriale, ma poi non soddisfatti cercano una scuola specializzata. Noi facciamo un esame di ammissione,  perché senza requisisti fisici non si possono seguire i corsi. Alcuni di questi giovani sono determinati a farne un lavoro e quindi vanno avanti fino al completamento del corso ed entrano poi a lavorare in varie compagnie. Certo in altri paesi europei, il governo sostiene il balletto e le arti in genere. In Germania, per esempio, tutte le città medio-piccole hanno un teatro con un corpo di ballo fisso e questa compagnia lavora per la città e la provincia e viene sostenuta dallo Stato».

E in Italia?
«Il mio sogno sarebbe stato di avere una scuola di livello professionale gratuita, ma purtroppo non è possibile perché manca questo sostegno. Siamo ben consapevoli della crisi e in alcuni casi offriamo delle borse di studio per consentire la frequenza dei corsi ai più meritevoli, ma non possiamo fare di più perché ci sono le spese: garantire più di 100 docce calde al giorno e scaldare sale di 17 metri per 13 e alte sei metri non è gratis…».

I corsi estivi ampliano la partecipazione?
«In cinque settimane, che è la durata totale dei nostri corsi, apriamo a nuovi allievi, ma anche i nostri stessi vi partecipano. Scegliamo alcune lezioni: tecnica classica, punte, danza di carattere… Spesso c’è chi sceglie una settimana, ma poi accade che si fermi tre. Vengono da altre scuole per conoscere il nostro ambiente professionale e il nostro metodo d’insegnamento, perché qui ci sono gli spazi per ballare e le lezioni sono accompagnate da un maestro di piano dal vivo che ti segue. Dopo questi corsi estivi tanti chiedono di fare l’esame di ammissione e alcuni restano».

Cosa accade a chi fa del balletto un lavoro?
«Tanti dei nostri allievi sono diventati primi ballerini o ballerine soliste e lavorano a Glasgow, a Praga, in Spagna, a Zurigo e in vari teatri esteri. Altri sono diventati cantanti, attori o attrici, altri si sono dedicati al musical, qualcuno si è sposato e ha aperto una sua scuola».

Una peculiarità della vostra scuola …
«La danza è una scuola di vita, dove impari anche una disciplina. Niente ti viene regalato e ti devi conquistare tutto. Non puoi ballare solo quando ne hai voglia. Non sempre si ha voglia ed allora subentrano la volontà, la disciplina che ti fanno superare le inclinazioni e ti portano ad ottenere dei risultati. Reputo importante il lavorare in una classe comune, dove si viene corretti tutti i giorni e si impara ad amare la correzione perché se mi si corregge vado avanti e meno male. Si arriva a desiderare la correzione».

E una peculiarità del vostro insegnamento?
«Noi non insegniamo che la danza è un assoluto, ma che è un mezzo e un ragazzo attraverso la danza può esprimere il meglio di sé, i suoi talenti, le sue peculiarità. Vedo che in tanti luoghi e in tante accademie si inculca il dio danza e non importa andare a scuola perché devi consegnarti tutto alla danza, non importano la morale, i valori: è importante solo che tu vada in palcoscenico e si istiga il giovane a puntare solo al successo a tutti i costi. Noi insegniamo che se c’è un assoluto è dentro di te, questo si può esprimere attraverso la danza e ballare diventa un modo di vivere».

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