Un’edizione sottotono

Film modesti e pochi vip per una manifestazione che stenta a trovare la propria identità. Tra le pellicole da salvare c'è Populaire di Régis Roinsard
populaire

È diluviato a Roma e forse succederà ancora. Così anche il festival si è bagnato. Ma ciò purtroppo non spiega la modestia dell’edizione, il pubblico scarso rispetto alle passate manifestazioni e ancora una volta l’ambiguità di una rassegna che, posta incautamente tra Torino (gran festival per cinefili) e Venezia (Addio del passato), non trova la sua vera personalità.
 
Poche star, a parte Stallone, “esiliato” a trionfare a Tor Bella Monaca e poi “incoronato” con la Lupa in Campidoglio, e Jude Law, chiuso in albergo. Film modesti, qualcuno carino, altri interessanti.
 
È piaciuta, giustamente, la commedia francese Populaire (regia di Régis Roinsard con Romain Duris e Déborah Francois), storiella garbata anni Cinquanta di una ragazza provinciale che diventa una star della macchina da scrivere. I francesi hanno quel qualcosa di frizzante, di intelligente, mai sopra le righe che, anche quando ricorda il passato, non scende mai di livello, a differenza nostra.
 
Si dice questo perché il film di Pappi Corsicato Il volto di un’altra, con Laura Chiatti e Alessandro Preziosi, zeppo di citazioni autoriali, con personaggi di contorno come l’idraulico di Lino Guanciale e la suora pazza di Iaia Forte, non risparmia le consuete critiche alla mania del “rifarsi” e alla stupidità televisiva, ma sa di roba ormai superata. Peccato, perché l’ironia è sommersa dalle citazioni. Ma a un certo pubblico sicuramente piacerà.
 
Una grossa caduta di stile è poi Marfa girl del solito Larry Clark, regista voyerista che ancora una volta usa adolescenti non professionisti per una storia di educazione sessuale in Texas, fra droghe, musiche e gente frastornata. Pesante e già visto. Della serie: quando manca la fantasia…
 
Interessante invece Il cecchino di Michele Placido. Il quale, quando ritorna al thriller poliziesco, si ritrova nei panni dell’antico commissario Cattani e dirige un film di genere, ben fatto, ben recitato – ma c’è un pezzo grosso come Daniel Auteil e la produzione è franco-belga-italiana – che funzionerà in sala. Placido, una volta tanto non recita, anche se si ritaglia un momentino tutto per lui.

Un momento di poesia infine ce lo regala un film russo (ma lo vedremo in sala?) Spose celesti dei mari della pianura di Alexey Fedorcencho, storia visionaria di un’antica tribù, molto al femminile e molto visionaria.

Oggi infine è la giornata di Twilight, per l’ultima puntata della favoletta vampiristica per ragazzi e soprattutto ragazzine. Speriamo in meglio per i prossimi giorni.

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