Un’Autorità finanziaria mondiale per uscire dalla crisi

Sul tavolo del G20 anche la proposta del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Per un nuovo sistema monetario
Protesta contro il Fondo Monetario Internazionale

Istituire una nuova Autorità finanziaria mondiale super partes che “regoli il flusso e il sistema degli scambi monetari”; prevedere “la tassazione delle transazioni finanziarie, mediante aliquote eque”; ricapitalizzare le banche “anche con fondi pubblici”, per sostenere l’economia reale, vincolando gli aiuti al comportamento virtuoso e magari creando un fondo che sostenga i Paesi in tempi di crisi. Alla vigilia del G20 – che si terrà a Cannes il 3 e 4 novembre -, la Santa Sede fa capire che vuole essere della partita. E lo fa con un documento prodotto dal Pontificio consiglio Giustizia e Pace e intitolato “Per una riforma del sistema finanziario internazionale nella prospettiva di un’Autorità pubblica a competenza universale”.

 

Un’autorità pensata con il fine specifico del bene comune, di fronte all’attuale crisi economica e finanziaria mondiale che “ha rivelato comportamenti di egoismo, di cupidigia collettiva e di accaparramento di beni su grande scala”. Bastano le cifre a farlo comprendere, e il documento le snocciola una dopo l’altra: oltre un miliardo di persone vivono con poco più di un dollaro al giorno, sono “aumentate enormemente le disuguaglianze” nel mondo, “generando tensioni e imponenti movimenti migratori”. “Nessuno, in coscienza – ribadisce la nota –, può accettare lo sviluppo di alcuni Paesi a scapito di altri. Se non si pone un rimedio, gli effetti negativi che ne deriveranno sul piano sociale, politico ed economico saranno destinati a generare un clima di crescente ostilità e perfino di violenza, sino a minare le stesse basi delle istituzioni democratiche, anche di quelle ritenute più solide”. 

 

È – in fondo – la linea della Santa Sede dall’enciclica Pacem in Terris di Giovanni XXIII fino alla Caritas in veritate del 2009. Ma dagli Stati Uniti non si è mancato di far notare come il documento appare in linea – se non più a sinistra – con il movimento di indignados americani Occupy Wall Street. «È vero, le nostre riflessioni appaiono in linea con alcuni slogan degli indignados, ma più che altro noi siamo in linea con il precedente magistero», replica monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio per la Giustizia e per la Pace.

 

E si parlerà anche di riforma del Sistema monetario internazionale al G20 di Cannes. Giustizia e Pace non manca di far notare un certo scetticismo nei confronti dei vari consessi informali, forum che non hanno poteri decisionali. Sempre Toso spiega che la formazione di Autorità mondiali con competenze universali – prendendo a modello la struttura dell’Onu – potrebbe «segnare un netto salto di qualità rispetto alle istituzioni e ai fora informali esistenti».

 

Anche al prossimo G20 si parlerà di una riforma del Sistema Monetario. «La Francia – ha affermato il presidente francese – supporta l’idea di modificare lo status del Fondo Monetario Internazionale per espandere le sue capacità di sorveglianza». Questo può contrastare quello che lui vede come una «proliferazione di misure unilaterali durante la crisi che vengono dal nuovo protezionismo finanziario nel quale tutte le economie soffrono». Il Fondo Monetario Internazionale creò già nel 1969 l’embrione di un nuovo tipo di moneta: i diritti speciali di prelievo (Dsp). Non sono crediti che gli Stati hanno con il fondo monetario internazionale, ma gli Stati li possono utilizzare per venderli e sostenere la propria moneta. Una valuta internazionale, come quella auspicata da Sarkozy, avrebbe lo stesso scopo dei Dsp.

 

La proposta del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace ha molte probabilità di essere presa in seria considerazione a Cannes: Michel Camdessus, già direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, non solo è consultore di Giustizia e Pace, ma sarà anche parte della delegazione francese. 

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