Unanime consenso

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Con un lavoro comune dalle insolite dimensioni, ma con un occhio come sempre attento alle peculiarità della propria regione del pianeta, i gruppi editoriali di Città Nuova nel mondo hanno dedicato o dedicano a Chiara Lubich edizioni speciali, quaderni, libri e dvd. Lo fanno con la semplicità della riconoscenza e con la chiarezza della professionalità. Operando spesso in condizioni di oggettive difficoltà logistiche, come i nostri lettori avranno intuito, nel racconto dell’avventura di ognuna delle edizioni estere di Città nuova che, proprio a questa pag. 82, da più di un anno cerchiamo di offrire. L’avvenimento della morte di Chiara Lubich ha messo in luce, più di ogni altro avvenimento vissuto dal Movimento dei focolari, la universalità del suo messaggio e del suo pensiero. Migliaia e migliaia sono stati gli attestati di stima, di riconoscenza e di augurio provenienti da autorità civili ed ecclesiastiche, da semplici lettori e da persone che mai prima avevano sentito parlare della storia della ragazza che a Trento aveva deciso di vivere il Vangelo assieme ad altre ragazze e ad altri ragazzi. Universalità che si evidenzia anche con l’esistenza stessa della nostra rete planetaria, espressione sì di una intuizione folgorante di Chiara Lubich – che ha proclamato la globalizzazione della fraternità in tempi insospettabili -, ma anche della vita costellata di gioie e di dolori di tanti uomini e tante donne che hanno portato lo spirito del focolare in giro per il mondo. La Lubich e Città nuova. Guglielmo Boselli, direttore della nostra rivista per 26 anni, così sintetizzava il contributo di Chiara alla rivista: Certamente non esisterebbe. I suoi scritti spirituali sono sempre stati fin da principio il centro del giornale, gli danno il la. Le sue riflessioni, i commenti alle parole del Vangelo, sono da allora i primi che i lettori si vanno a leggere. Molti dei suoi editoriali dei primi tempi hanno scandito la storia del nostro movimento. Le sue meditazioni erano fin d’allora le perle di ogni numero. E lo saranno ancora. Città nuova le correderà con le esperienze positive nate dal movimento, niente aggettivi non necessari, niente linguaggio per addetti ai lavori. Saranno poi i fatti stessi a testimoniare, diceva Boselli.

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