Un’amicizia con papa Wojtyla

Va in onda domenica su Rai Uno, in prima serata, la fiction su Giovanni Paolo II, liberamente ispirata al libro di Lino Zani, guida alpina del papa. Nel cast Aleksei Guskov, Giorgio Pasotti, Claudia Pandolfi e Katia Ricciarelli, diretti da Andrea Porporati
Aleksei Guskov e Giorgio Pasotti nella fiction su papa Wojtyla

Arriva su Rai Uno, domenica 27 aprile, in prima serata, la fiction su Giovanni Paolo II “Non avere paura. Un’amicizia con papa Wojtyla”, tratta liberamente dal libro della sua guida alpina Lino Zani, “Era santo, era uomo" (Oscar Mondadori).

Il film, diretto da Andrea Porporati, vede un somigliante Aleksei Guskov – il grande  interprete de “Il concerto” – nei panni del papa, Giorgio Pasotti in quello di Zani e Claudia Pandolfi in quello della sua compagna, oltre a Katia Ricciarelli come madre di Zani.

Diciamolo subito che la fiction è sobria, fotografata benissimo negli interni e negli esterni, recitata con piena partecipazione dal cast. Certo, deve obbedire alle sue leggi, ed ecco la storia d’amore travagliata di Pasotti con la Pandolfi – forse  un po’ troppo lunga –, qualche svista costumistica – il papa  con la tonaca troppo corta sopra i calzoni (mai visti in Wojtyla) –, il Vaticano girato ormai nel solito Palazzo Farnese a Caprarola.

Ma i momenti intensi – perché no, commoventi – non mancano e sono soprattutto gli incontri del papa con Zani. Guskov, che avevo incontrato durante le riprese, mi ha detto appena m’ha visto, stringendomi le mani: «È stato un momento magico!», evidentemente riferendosi alla sua esperienza durante la lavorazione. E si vede nell’intensità dello sguardo, nella bravura nel rendere anche il volto irrigidito di Wojtyla durante la malattia; e Pasotti ha sfoggiato la capacità attoriale consueta, ma direi anche nuova, con sfumature interpretative più dense e un impegno fisico notevole (le scalate, dal vivo, pare).

La musica di Maurizio De Angelis, una volta tanto, trattandosi di un lavoro parareligioso, non è stata mielosa, ma giusta e soft, come è del resto il clima della narrazione, che scorre veloce, in coerenza con la resa asciutta della recitazione. Porporati ha diretto un lavoro sotto vari aspetti pregevole, fra il resto col merito di far conoscere episodi poco noti della vita personale del papa.

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