Un’allegra valanga di neve
«Un giorno ho capito che volevo creare uno spettacolo che ci potesse riportare ai nostri sogni di bambini, che potesse aiutare le persone adulte che venivano a teatro a tornare alla loro fanciullezza di una volta. Questa era la sfida: ho sentito di aver trovato la strada di una nuova terra inesplorata e affascinante. Ho deciso di inoltrarmi in un sentiero intrapreso da pochi clown prima, in campi nei quali non ti aspetteresti mai di trovare un clown!». A parlare è Slava, clown tenero e romantico, in tuta gialla da lavoro e pantofole rosse noto ormai in tutto il mondo per il suo spettacolo che ha incantato, e continua ad affascinare, adulti e bambini di ogni latitudine geografica.
Uno spettacolo sempre in work in progress, che ad ogni stagione si arricchisce di nuove scene, idee, invenzioni, effetti e personaggi. «Volevo andare a fondo nell’ambito della tragicommedia – continua l’artista russo –, per capire come fondere il dramma con la risata, per misurare come un personaggio mite e indeciso può mostrarsi al pubblico di oggi, abituato a un caleidoscopio di eventi, colori, suoni, “spazi-tempi”. Desideravo che il mio personaggio fosse epico e lirico, tenero e travolgente, sveglio e naif. Ho iniziato a rallentare il ritmo, a dare significato ai gesti minimi, che ora per me erano molto più espressivi e colorati che pomposi o solenni. Divenni un appassionato dei “gesti non – finiti”, interrotti, congelati come da un improvviso pensiero. Anche il mio personaggio è evoluto. I regolari tondi bianchi di sorpresa intorno agli occhi e alla bocca furono sostituiti da forme nere e confuse, il costume di scena diventò largo e trasandato. Il mio gentile e commovente Assissai è cresciuto con me, diventando pensieroso ed esitante».
Originario della Siberia, Slava ha compreso che l’originalità del suo spettacolo risiedeva nell’elemento che lo aveva accompagnato dalla nascita: la neve. Così, ispirandosi al paesaggio e alle leggende della sua terra, ha creato una performance in cui poesia ed effetti speciali trovano la sintesi ideale. Il suo personaggio è nato prendendo spunto dalla tristezza poetica dei clown di Leonid Engibarov, dalla raffinata filosofia della pantomima di Marcel Marceau, dall’umanità e dalla comica amarezza dei film di Chaplin, che considera suoi maestri.
Gioia, buonumore e un pizzico di malinconia si rincorrono sul palcoscenico con i fiocchi di neve, le bolle di sapone e i palloncini colorati sospinti da un vento di tempesta o fatti rimbalzare tra il palcoscenico e la platea, in un gioco che coinvolge i clown e il pubblico. Uno spettacolo, quindi, per tutti (consigliato a partire dagli 8 anni), perché anche gli adulti tornano bambini, trascinati dalla vitalità degli artisti, che alternano gag e comicità esplosiva a momenti di poesia struggente e malinconica.
“Slava’s Snowshow”, creato e messo in scena da Slava; clown Gialli: Slava, Oleg Lugovskoy, Artem Zhimolokhov; clown Verdi: Francesco Bifano, Alexandre Frish, Christopher Lynam, Dmytro Merashchi, Bradford West; fonico Rastiam Dubinnikov; tecnico luci Denis Minakov; tecnici palcoscenico Dmitry Ushakov Dmitrii Syrovatskii. A Milano, Piccolo Teatro Strehler, dal 27 dicembre 2018 al 13 gennaio 2019 (1 gennaio, riposo).