Un’alleanza per la famiglia
Mentre a Firenze aveva luogo l’attesissima conferenza nazionale della famiglia, le agenzie battevano i dati della Relazione sull’evoluzione della famiglia in Europa 2007, a cura dell’Ipf (Istituto di politica familiare), documento presentato recentemente al Parlamento europeo. Risultato: tra divorzi, aborti, calo delle nascite, invecchiamento e insufficienza di politiche di sostegno, la famiglia monogamica rischia di scomparire dal panorama continentale. Il quadro che emerge è drammatico, tutti gli indicatori sono sostanzialmente peggiorati negli ultimi 25 anni. Secondo esperti dell’Ipf, il panorama della famiglia in Europa si è aggravato in maniera preoccupante. Se non ci sarà una svolta nelle politiche socio-demografiche, dal 2025 l’Europa comincerà lentamente a spopolarsi. Pochi giorni dopo il Family day, sembra contraddittoria, almeno per l’Italia, una visione così negativa, ma non c’è da farsi grandi illusioni, la deriva esiste anche da noi. A Firenze dunque si è cercato di correre ai ripari. Oltre 1000 rappresentanti delle più diverse forze sociali, col presidente Napolitano al taglio del nastro, insieme a numerosi ministri e delegati europei, hanno dato vita ad una convention in 10 sessioni e 24 gruppi tematici, per ridare ossigeno alla famiglia e rimetterla nella funzione sociale che le compete. Il risultato? Una mole vastissima di contenuti – dice Alberto Friso, con la moglie Anna invitati quali presidenti dell’associazione Famiglie Nuove -. Su di essi è iniziata la discussione che continuerà ora nel Paese, per trovare quella sintesi comune armonizzabile con le linee del governo, e quindi in grado di entrare nella imminente nuova Legge finanziaria 2008. Questo quindi l’obiettivo. Non è solo questione di soldi.Ma anche. Maria Burani Procaccini, senatrice di Forza Italia, da noi raggiunta telefonicamente, ci ha detto: Un pensiero sul congresso di Firenze? La prima sera, durante la tavola rotonda che ha visto protagonisti gli incaricati per la famiglia e i minori di tutti i partiti, quando si interrogavano sulle priorità e le metodologie da seguire per superare l’emergenza, ho voluto fare una proposta e sono contenta che poi sia stata fatta propria dal ministro Bindi nelle sue conclusioni finali. Non dobbiamo lasciar cadere quel tavolo che riassume tutte le sensibilità politiche del paese, ma farne un organo di consultazione da sentire prima di ogni decisione intorno a queste politiche. Le politiche famigliari sono troppo importanti per poter essere confinate nella sola area di governo: rappresentano il bene comune, una storia da costruire insieme, non sottoposta a interruzioni per un cambio di maggioranza, e poi… anche per evitare certi scivoloni come quelli dei Dico…. Al di là degli interventi dei rappresentanti istituzionali, cuore della conferenza sono stati i lavori delle sessioni tematiche. In alcune il dibattito è stato particolarmente ricco di spunti e prospettive. I titoli? Famiglia e risorse economiche, Famiglia e welfare, La famiglia che accoglie, Famiglia e fragilità, Famiglia violenza e riparazione, Famiglia e diritti, Società interculturale, Generazioni, Lavoro, Responsabilità educative… Di quasi tutte le sezioni si possono trovare buone sintesi nel sito www.conferenzanazionaledellafamiglia. it La famiglia quindi è scesa in piazza e non ha nessuna intenzione di andarsene: vuole che le sia riconosciuto quel ruolo di attore sociale di fondamentale importanza che le compete. Certo, non sarà semplice ritagliarsi uno spazio in una dinamica sociale finora interpretata dai soliti tre attori (politica- imprenditori-sindacati). Occorre una sintesi. Una nuova prospettiva. Chi la inventerà? C’è stato del nuovo a Firenze Lucia Fronza Crepaz, presidente del Movimento politico per l’unità, faceva parte della delegazione invitata al congresso. Dopo il Family day, che significato ha avuto questo convegno di Firenze? Non riesco a pensare alla conferenza di Firenze se non mettendola in rapporto con la realtà della manifestazione di piazza San Giovanni del 12 maggio. Quella piazza gremita da un milione di persone è stata un evento politico concreto di cui non si può negare l’esistenza e che chiede non solo risposte, ma continue messe a punto, come si conviene a due parti in dialogo. Qui si è cercato di farlo. Allora la famiglia non se n’è andata dalla piazza… La famiglia, pur tra mille difficoltà, regge ancora, eccome! Si è decisa a contare, a diventare un nuovo protagonista della scena politica non solo italiana, un soggetto spontaneo e poco manovrabile in modo strumentale come ha ben detto Massimo Franco sul Corriere. Dall’Europa d’altronde ci viene una indicazione preziosa: la Merkel ha proposto a tutta l’Unione, avendola prima attuata in patria, una Alleanza per la famiglia. Una politica di alleanza è la solo strategia che possa rispondere davvero alle famiglie. Non una politica che si accorga del suo valore solo quando viene a mancare, quando è divisa o in difficoltà… . C’è stato del nuovo a Firenze? La conferenza nazionale, come ogni conferenza ha coinvolto una molteplicità di soggetti: le organizzazioni di volontariato famigliare e non, gli operatori del settore, i giovani, gli esponenti del mondo della ricerca… Tutti invitati ad un dialogo franco. Forse l’intuizione migliore del ministro Bindi è stata proprio questa: proporre un patto di sistema, dove ciascuno abbia una parte da fare. Questa è la nuova politica. Soddisfatti dell’esperienza? Questa prima prova di dialogo è stata seguita con grande interesse ed ha rivelato notevoli potenzialità. Posso dire, è tutta gente da non perdere di vista. Un esempio può essere la sessione a cui ho partecipato io stessa, che trattava un tema molto dibattuto di questi tempi: Famiglia e pluralismo sociale, culturale e religioso. Molti pensano che gli italiani, di fronte a chi viene qui in cerca di benessere portandosi le proprie famiglie, siano mossi solo da timore ed egoismo. Ma non è vero. Esiste e si diffonde un modo diverso e concreto di pensare e operare. Le associazioni famigliari, i comuni e le istituzioni più attente alla famiglia hanno potenzialità ricche di valori nell’affrontare i problemi, diffondono una cultura solidale. E adesso dopo Firenze? Dare questa svolta alla politica, considerandone ogni decisione attraverso l’obiettivo famiglia, sarebbe una bella rivoluzione, sia sociale che culturale.