Una vittoria per due
La partita è appena finita. Flavia lancia la racchetta al cielo, si gode per un attimo il successo atteso per tutta una vita, e poi si avvicina verso la rete. Lì, ad attenderla, c’è Roberta. Le due tenniste si perdono in un lungo e commovente abbraccio, sorridono, si sussurrano qualcosa, e chi osserva la scena dagli spalti o dalla tv non riesce più a distinguere la vincitrice e la sconfitta, ma vede solo l’immagine di due colleghe, due amiche, unite in un momento che segnerà per sempre la loro vita e la loro carriera sportiva.
Eh già, Flavia Pennetta e Roberta Vinci, le due azzurre capaci di sfidarsi in una finale di un torneo dello Slam, come mai era accaduto prima nella storia del tennis italiano. Flavia e Roberta, due ragazze “normali”, così diverse dallo stereotipo di quelle atlete tutte muscoli e potenza che spesso imperversano nello sport e che, a volte, incutono timore solamente a guardarle (ogni riferimento alla tennista numero uno del mondo, la statunitense Serena Williams, è puramente voluto). Flavia e Roberta, le due atlete pugliesi (una di Brindisi, l’altra di Taranto) che, rispettivamente a trentatré e a trentadue anni, si sono rese protagoniste di una “seconda giovinezza” arrivando a scrivere, insieme, una delle più belle pagine nella storia dello sport azzurro.
La partita è finita da poco, gli addetti al campo stanno preparando il cerimoniale per la premiazione. Flavia e Roberta si siedono vicine e cominciano a chiacchierare, a scherzare. Sembrano quasi le vincitrici di una prova di doppio piuttosto che le due fantastiche finaliste degli US Open 2015, uno dei quattro tornei di tennis più importanti del mondo. Chissà cosa si staranno dicendo queste figlie del Sud, che hanno cominciato a sfidarsi giovanissime, poco più che bambine, per la vittoria di qualche torneo regionale giovanile e che ora si ritrovano, insieme, sul campo centrale di New York, a vivere un momento che forse nessuna di loro sperava davvero di poter mai provare.
Loro, che a inizio torneo occupavano il numero 26 e il numero 43 del ranking mondiale e che nessuno pronosticava tra le possibili finaliste. Loro, che appena ventiquattro ore prima avevano sconfitto in semifinale le prime due tenniste del mondo conquistando tra lo stupore generale l’accesso in finale e l’apertura di tutti i telegiornali nazionali. Flavia e Roberta chiacchierano, scherzano in attesa della premiazione, intime e complici al tempo stesso. Chissà se staranno pensando a quanta fatica hanno dovuto fare per arrivare sin lì, a quanti ostacoli hanno dovuto superare prima di potersi godere un momento come questo. Flavia, anche più forte del dolore per un polso infortunato che negli ultimi anni le ha reso la vita agonistica davvero difficile. Roberta, tenace ad andare avanti nonostante la non certo semplice fine, a inizio 2015, dell’idillio sportivo con Sara Errani, la tennista azzurra con cui negli ultimi anni aveva vinto tutto quello che c’era da vincere in doppio.
Arriva il momento della premiazione. Il premier Renzi, il presidente del Coni Malagò e quello della Federazione Italiana Tennis Binaghi, guardano dagli spalti la scena con orgoglio, sfoggiando per l’occasione anche un tricolore col non troppo celato desiderio di dare ancor più lustro a questa giornata così trionfale per lo sport nazionale. La prima a essere premiata è Roberta, che scherza e sorride come se avesse vinto. Ringrazia il pubblico newyorkese, che ventiquattro ore prima l’ha adottata dopo aver battuto la grande favorita Serena Williams, rendendosi così protagonista di una delle più grandi sorprese nella storia di questo splendido sport. Poi rende onore alla sua avversaria: «Ho perso con Flavia, sono contenta per lei e felice di essere arrivata in finale. Ho fatto del mio meglio, ma Flavia ha giocato benissimo e posso solo congratularmi con lei». Una vera lezione di spirito sportivo.
Poi tocca a Flavia, che maschera a stento l’emozione cercando di non perdere il sorriso neanche per un attimo. «Vincere questo torneo è stata una grandissima sorpresa, e davvero non avrei mai pensato che questo potesse realmente accadere. È un sogno che si avvera, ed è stato bellissimo affrontare una mia amica in finale: Roberta avrebbe meritato quanto me la vittoria. Ci conosciamo da quando eravamo piccolissime. La prima volta che abbiamo giocato insieme avevamo nove anni. Potremmo scrivere un libro…». Poi, prima di alzare la coppa, si rende protagonista di un finale a sorpresa: l’annuncio che per lei è giunto il momento (a fine stagione) di appendere la racchetta al chiodo. «Tutti i giocatori desidererebbero chiudere con un trofeo del genere, così ho deciso di chiudere la mia carriera nel tennis. Questo è stato il mio ultimo match agli US Open e non potevo finire in maniera migliore».
Tra tante bandiere a stelle e strisce, due tricolori fanno da sfondo alle foto che contraddistinguono i momenti immediatamente successivi alla premiazione. Flavia e Roberta, tra uno scatto e l’altro, continuano a sorridere e a scherzare insieme. Alla fine di una finale, qualcuno doveva pur vincere. L’impressione, però, al termine di una partita che gli appassionati di sport italiano non potranno più dimenticare, è che in fondo non sia stata solo la Pennetta a vincere ,ma piuttosto … che sia stata una vittoria per due.