Una vita per la ricerca

È morto a quasi 98 anni Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina. L’impegno per la valorizzazione della ricerca scientifica nel nostro Paese
Renato Dulbecco

«Ho dedicato gran parte dei miei novant’anni alla scienza biomedica. Volevo capire i meccanismi delle malattie e apprendere i metodi per curarle. Per inseguire quel sogno dovetti attraversare l’Oceano Atlantico. Era l’autunno del 1947». Inizia così un articolo che nel 2004 Renato Dulbecco scrisse per il Sole24ore. L’avventura americana la visse insieme ad altri due grandi italiani che, come lui, avrebbero poi ricevuto il premio Nobel: Rita Levi Montalcini e Salvatore Luria.
 
Virus e tumori. Una delle geniali scommesse di Dulbecco, appena pochi anni dopo l’arrivo al Caltech in California, fu quella di studiare l’insorgenza dei tumori utilizzando, per la prima volta, cellule animali estratte dal corpo e fatte riprodurre in provetta. Una volta dimostrata la fattibilità di questa innovativa modalità di ricerca, che poi si diffuse rapidamente nel mondo, Dulbecco chiarì come certi virus possono introdursi in una cellula e farla diventare tumorale. La sua ricerca proseguì fino agli anni Settanta del secolo scorso, individuando anche quali sono gli specifici geni che, se colpiti da una mutazione, possono indurre un comportamento tumorale nella cellula. Per questi studi, nel 1975 Dulbecco ricevette il Nobel per la medicina.
 
Progetto Genoma. Quando nel 1986 Dulbecco, insieme ad altri scienziati, propose al mondo di sequenziare il patrimonio genetico umano, in modo da scoprire quali e quanti geni facessero parte del nostro Dna, l’impresa sembrò all’epoca visionaria, ardita, ai limiti delle capacità tecnologiche umane. Eppure, anche grazie alla gara tra istituzioni pubbliche e privati, l’obiettivo fu raggiunto già nel 2000, molto in anticipo rispetto alle previsioni. Dulbecco si dimostrava, ancora una volta, scienziato capace di concepire e “vedere” traguardi possibili della ricerca, prima ancora che ne fosse dimostrata la fattibilità tecnica.
 
Sanremo e Telethon. Il suo nome, però, divenne famoso presso il grande pubblico televisivo nel 1999, quando partecipò a Sanremo. La presenza di Dulbecco al festival, così come alle varie edizioni di Telethon, la maratona televisiva che raccoglie fondi per la ricerca sul cancro, aveva uno  scopo preciso: promuovere la ricerca scientifica in Italia. Nei suoi ultimi anni, infatti, era sempre più rammaricato per la progressiva diminuzione dell’ammontare delle risorse spese in Italia in questo campo. Un settore dove l’impegno di una nazione è invece essenziale, diceva, perchè «i giovani ricercatori hanno in mano il futuro del Paese. Bisogna lasciarli liberi di sviluppare le idee e dare loro gli strumenti per realizzarle».

I più letti della settimana

Il sorriso di Chiara

Abbiamo a cuore la democrazia

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons