Una vita per i coltelli

Si è spento a 90 anni Carlo Elsener, dal 1950 patron della Victorinox, produttrice del famoso coltellino svizzero multiuso
Carlo Elsener

Gli stereotipi svizzeri nel coltellino multiuso ci sono tutti: passione per i dettagli, mania della perfezione, dell’ordine, della pulizia, della funzionalità. E non è un caso che la destinazione primordiale fu per l’esercito, il primo modello è del 1891, mentre quello che conosciamo oggi è del 1897. Se, infatti, l’esercito avesse accettato l’invenzione di Karl Elsner, il patriarca del coltellino multiuso, il suo futuro sarebbe stato garantito a vita. Per anni la piccola Svizzera ha temuto di essere invasa da qualche colosso bellicoso e confinante. Un sistema di difesa prevedeva bunker sotto le montagne, cannoni a copertura dei valichi alpini, blocchi di cemento anti carri armati, centinaia di aerei da combattimento che sfrecciano nei cieli in esercitazioni perenni che disturbano la quiete di laghi e colline. Volete che un piccolo coltellino multiuso, l’unico al mondo, non potesse essere stato utile in caso di necessità?

Il coltellino cavalcava una delle più tipiche paure svizzere e al contempo offriva garanzie di praticità, efficienza, risoluzione dei problemi. Era inoltre popolare come il servizio di leva, ancora oggi, per tutti obbligatorio. E fino a qualche anno fa ogni svizzero per tre settimane all’anno fino ai 55 anni doveva fare un corso di aggiornamento: di fatto sempre arruolati e con i fucili dell’esercito in casa pronti all’uso. Fino alla fine degli Ottanta l’esercito svizzero contava 650 mila soldati. Il presente parla di tecnologie di difesa molto sofisticate e di un budget consistente, ma non è passato il fascino del coltellino che nella sua versione Jetsetter Swiss Army prevede forbici, una lima per unghie, un cacciavite, un apribottiglie a conchiglia, una penna a sfera, pinzette, un portachiavi e una memoria USB resistente all’acqua e agli urti.

Sì, perché la grande intuizione degli Elsener, Carlo, il padre dei famosi Victorinox (il nome deriva dalla madre Victoria), si è spento a 90 anni, è stata la continua innovazione e la diversificazione del prodotto. Il formato tascabile ha precorso i tempi, l’oggetto è di un design che non conosce l’usura del tempo, la funzionalità multiuso è stata apprezzata da giovani, vacanzieri, esploratori che ne hanno garantito il successo planetario. Oggi l’azienda ancora fornisce l’esercito svizzero con 50 mila esemplari l’anno, ma ne produce 60 mila al giorno e ha diversificato la produzione aggiungendo valigie, abbigliamento, e gli immancabili orologi.

«Carlo ‒ ha detto il portavoce Hans Schorno ‒ è stato il nostro modello e continueremo a portare in avanti i suoi valori», che sono le parole: rispetto, gratitudine, umiltà, incise nei corridoi dell’azienda.

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