Una vigilia alla fermata del bus

Una notizia tragica da condividere, senza troppe parole, con un povero di passaggio e di un altro paese
Fermata bus

Una piovosa e sonnacchiosa mattina della vigilia di Natale. L’unico vantaggio, non c’è traffico nelle vie di Roma verso il lavoro. Tra i pensieri delle ultime cose da fare, uno sguardo al marciapiede dove un ragazzo, sicuramente africano piangeva disperato col telefonino che ballonzolava da una mano all’altra.

 

Era chiaro un dramma. Proprio ieri sera mi sono capitati gli “auguri scomodi” di Don Tonino Bello dove, ad un certo punto diceva: «Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio». Cerco il modo di fare retromarcia e torno al punto dove ritrovo il ragazzo, sempre nel suo piangere. Scendo dalla macchina e un altro connazionale, probabilmente, è lì vicino. Chiedo se ha capito cosa gli è successo e mi risponde che è morta una sorella.

 

Ecco il telefonino che continua a muovere nervosamente, sicuramente dall’Africa è arrivata una chiamata … Mi avvicino, non so che dire, alla fine sto, gli faccio capire che sono lì per lui. Passa un pullman sale, mi guarda con occhi tristissimi e va via. Forse il mio guanciale sarà ancora duro, ma ho condiviso un pezzo di dolore che sento mio e che farà da personaggio stasera nel presepe.

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