Una televisione che merita di essere vista e perché
«C’è del genio. Ci deve essere, se in una doppia serata su Rai Uno, Benigni col suo one-man-show di un’ora e mezza a serata, totalizza uno share tra il 33 e il 38 per cento, e un audience di 9 milioni di spettatori il lunedì e di 10 milioni il martedì. Parlando addirittura dei 10 comandamenti, un argomento scomodo, scomodissimo. Gliene hanno anche dette di tutti i colori: sta rubando il mestiere al papa, sta rubando i soldi del canone, sta rubando il sonno agli italiani… ma forse chi lo ha detto era piuttosto incapace di vedere il regalo.
Benigni non stava rubando, ma regalando.
Regalando poesia. Regalando la possibilità di fermarsi e pensare. Di bussare alla porta del mistero senza pretendere di avere tutte le risposte.
Va a pescare un personaggio fondamentale nella storia dell’umanità, ma oggi forse anche un po’ dimenticato, Mosè, definendolo un profugo ricercato emarginato, e addirittura balbuziente, come si legge nel testo biblico. E lui, l’uomo delle periferie, è l’interlocutore scelto da Dio per rivelarsi. Ci regala la coscienza del valore degli ultimi.
Nel ricordarci i significati nascosti di una delle 10 Parole, attorno alla prima "Io sono il Signore Dio tuo" ci regala un sorriso sulla libertà personale, sul valore della persona, su una libertà che esiste, mentre chi manca… sono gli uomini veramente liberi.
Prende il terzo comandamento, ruota attorno al sabato, e ricorda che Dio che ha creato tutto, ha creato anche il riposo, e il silenzio. E che in questo tempo il corpo continua a correre, e l’anima arranca a stargli dietro, e il rischio è che ce la perdiamo tutti la nostra anima. Ci regala un ricordo: chi siamo nel profondo.
Arriva alla dissolvenza, il passaggio tra i comandamenti che regolano il rapporto con Dio e quelli che regolano il rapporto tra gli uomini, condensati nel verbo onorare. Chi? Il padre e la madre. Perché? Perché se così farai, Dio ti allungherà la vita. Ci regala la dignità di servire gli anziani genitori, nella società dell’efficienza che nasconde il dolore, di una vecchiaia con cui tutti dobbiamo fare i conti.
Non risparmia un affondo alla schiavitù (concetto dimenticato? giammai, molto più attuale di quanto si pensi). Lo grida anche Francesco, nel messaggio per la giornata mondiale della pace: non più schiavi, ma fratelli.
#IDieciComandamenti di Benigni in tv sono molto altro ancora, merita rivederli per sognare ancora un po', in quel margine di "desiderio" (dal latino de -, e sidus, "stella") che segna la distanza tra noi e l'Infinito
Ma tutto questo è anche un grande atto di comunicazione.
A parte gli ascolti da record, a parte l'affollamento sui social, a parte il mondo di twitter diviso a metà, l'hashtag #Benigni che va ad occupare il 3° posto nelle tendenze italiane, nelle due serate l'artista è riuscito a spiegare un messaggio antico con parole moderne, ad estendere, dilatare, la portata di ciascuna Parola seguendo il cammino dei secoli, ampliandone il significato, rendendolo significativo, per chi lo ascolta nel 2014. Oltre 3000 anni dopo che è stato scritto.
Per chi è del mestiere, e per chi non lo è, una grande lezione su come stare al mondo».
Maria Chiara De Lorenzo