Una storica rivoluzione in Internet
La liberalizzazione dei domini. La fine degli indirizzi. Il ruolo di Icann tra governi e popolo di Internet.
Durante il meeting svoltosi lo scorso giugno a Singapore, Icann – l’organismo di gestione di Internet – ha approvato l’estensione di quelli che sono chiamati i “domini generici di primo livello” (gTLD), in parole più semplici il gruppo di lettere più a destra del nome di un sito Internet.
Mentre finora il numero di questi domini era limitato a 22, a partire dagli storici .com, .net, .edu, .org e .mil, con questa decisione viene di fatto “liberalizzato” il meccanismo di attivazione, subordinandolo solo alla conservazione della stabilità della Rete.
Nel suo comunicato Icann afferma che questi nuovi indirizzi offriranno «alle organizzazioni di tutto il mondo l’opportunità di fare pubblicità al proprio marchio, prodotto, community o causa, in modi nuovi e innovativi». La decisione è stata adottata dopo molti anni di acceso dibattito tra la comunità di Internet, i governi e l’industria privata (www.icann.org/en/topics/new-gtld-program.htm), a qualche mese dall’altrettanto discussa e contestata approvazione dell’estensione .xxx per i domini dell’industria “per adulti”.
Una notevole spinta a questa rivoluzione deriva dall’introduzione di un’altra novità, probabilmente molto più importante e significativa anche se meno conosciuta, che consisterà nel poter disporre di nomi di dominio (e quindi anche di indirizzi email) con i caratteri della propria lingua (ad esempio arabo o cinese) e non solo con l’alfabeto latino.
Le richieste per la creazione dei nuovi domini di primo livello potranno essere presentate tra il 12 gennaio e il 12 aprile 2012 al costo di 185 mila dollari per singolo dominio: l’attivazione avverrà entro fine 2013.
Icann è una società no profit con sede in California, nata nel 1998 su mandato del governo Usa per gestire i nomi di dominio e garantire il mantenimento della funzionalità di base di Internet. Nonostante i passi fatti per internazionalizzare e allargare la rappresentanza decisionale, ci sono però molte voci critiche su questo tipo di meccanismo che, tra il resto, crea un inutile sperpero di soldi, proprio in un periodo in cui avremmo bisogno d’altro.
Tra le sfide tecnologiche che attendono tutti noi, popolo della Rete, c’è anche la temuta fine degli indirizzi disponibili: nel febbraio di quest’anno, infatti, sono stati assegnati gli ultimi cinque blocchi disponibili. (www.nro.net/news/ipv4-free-pool-depleted).