Una stella luminosa
In che modo ha accolto la lettera apostolica del papa sul rosario? “La lettera mi è apparsa subito meravigliosa. Chiara Lubich, in seguito ad essa, ha rilasciato a Città nuova una bellissima intervista (cf. n° 21/2002), in cui ha manifestato la sua gioia perché il papa aveva in un certo modo affidato al Movimento dei focolari l’incarico di contribuire alla diffusione del rosario in tutto il mondo. La stessa sua gioia è anche la mia, ed è quella di tutti i sacerdoti del movimento. Sia io, primo sacerdote focolarino, che tutti i miei confratelli abbiamo accolto l’invito del papa a sostenere il rosario con una grandissima gioia”. Come avverrà tutto ciò? “Chiara Lubich ha pensato di promuovere un grande convegno sul rosario, al Centro Mariapoli di Castelgandolfo, probabilmente nel prossimo aprile 2003. I lavori per preparare il congresso sono già stati avviati. Spero di avere la gioia anch’io di poter esprimere il mio pensiero sul rosario, che per me è veramente come una stella luminosa che ha illuminato tutta la mia vita, dapprima come giovane e poi come sacerdote”. C’è un episodio che ricorda, a proposito di questo suo amore per il rosario? “Ricordo che, dopo il Concilio Vaticano II, alcuni teologi avevano consigliato all’apostolo del rosario, padre Peyton, di cambiare l’argomento della sua missione. Io, invece, lo consigliai vivamente di continuare nel suo cammino. La sua gioia fu grande”. Cos’è il rosario per lei? “Nel congresso che si sta organizzando, non penso di dover affrontare il tema del rosario da un punto di vista teologico, visto che nel movimento stesso ci sono ottimi teologi che sapranno farlo meglio di me. Potrò accennare invece a quello che è stato il rosario nella mia vita. Da quando avevo tre-quattro anni, quando mi fu insegnata l’Ave Maria, poi da ragazzo, e quindi in tutta la mia vita nel movimento, il rosario non è mai mancato nelle mie giornate. La preghiera, e quindi anche il rosario, è per me uno dei momenti più belli della nostra vita terrena, poiché viviamo in quel momento insieme col Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, con Maria, in maniera Taluni svalutano la preghiera vocale “È vero, taluni ritengono che la preghiera intellettuale sia più importante. Io invece penso che quel che importa sia il rapporto con Dio, che posso trovare sia nella preghiera mentale che in quella vocale, in particolare nel rosario. Sono forme di pietà popolari e semplici, ma anche occasioni privilegiate per stringere un rapporto con Dio. Un rapporto che, naturalmente, non nasce nella preghiera se non nasce nella vita.Anche la preghiera vocale è un rapporto di amore profondo, di abbandono profondo al Padre, tramite il Figlio, nello Spirito Santo, con l’aiuto di Maria che, come nelle nozze di Cana, si esprime per noi quando noi non sappiamo farlo”. cosciente”.