Una sfida per l’Europa

In una sua recente lettera, Giovanni Paolo II si è rivolto all’Europa riflettendo sull’immensa catastrofe costituita dalla Seconda Guerra mondiale, nel corso della quale, per una cieca volontà di potenza, o per la lucida determinazione di ideologie pensate come redentrici, si è infranta ogni barriera che la pietà aveva posto alla crudeltà umana. L’uomo ha scavato un «nulla» alle sue spalle, lo stesso vuoto che Nietzsche aveva annunciato con la «morte di Dio» e, insieme con Lui, morte dell’uomo. Eppure, proprio questo vuoto radicale consente di cogliere un avvenimento di duemila anni fa con quella radicalità che esso contiene: il Dio Crocifisso e Risorto. Un Dio che, soffrendo il non amore dell’uomo, è penetrato nelle tenebre del suo silenzio per farne scaturire, risorgendo, la Parola che è Amore.

 
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