Una settimana di morti e manifestazioni

7 giorni, 7 notizie: Filippine (scontri a Mindanao), Libia (fuga di Zeidan), Venezuela (fame), India (Toyota chiude), Corea del Nord (25 missili), Nigeria (100 morti) e Iran (nucleare)
Continua la protesta in Venezuela

Mercoledì 12 marzo: scontri a Mindanao
Uno dei conflitti più lunghi che la storia contemporanea conosca è quello che, nell’isola meridionale dell’arcipelago filippino, Mindanao, oppone le forze governative ai ribelli comunisti dell’Npa: una guerra cominciata negli anni Sessanta, Nuovo esercito del popolo. In questa giornata cruenta, i guerriglieri caduti sono tre, mentre i militari deceduti sono una decina. Il conflitto pare uno dei più cruenti dell’intero continente asiatico, senza esclusione di colpi: bombe, attentati alla persona, retate e minacce alla popolazione civile. E non bisogna dimenticare che l’esercito nella stessa isola deve opporsi ai gruppi radicali islamici legati ad al-Qaeda.

Giovedì 13 marzo: Libia, Zeidan fugge
La situazione nell’ex-colonia italiana sembra scivolare inesorabilmente verso una divisione del Paese a macchia di leopardo, in cui le diverse milizie etniche, secessioniste, religiose – e chi più ne ha più ne metta – controllano parti del territorio libico. L’ex premier, Ali Zeidan, sfiduciato dal Parlamento, forse non sentendosi più al riparo da qualche attentato ma soprattutto da accuse di malversazioni e interessi privati in atti d’ufficio, si è rifugiato a Berlino. Le produzioni di petrolio, soprattutto nella Sirte, paiono essere in balia di bande di ribelli. Il presidente del Congresso, Nuri Abu Sahmain, ha intimato ai ribelli dell’Est, secessionisti, di togliere il blocco ai porti.

Venerdì 14 marzo: disastro economico in Venezuela
Continuano le proteste dell’opposizione contro il presidente Maduro, seguace di Chavez alla guida del Paese. Da politica – la destra e il centro contestano le riforme di Chavez e Maduro e soprattutto la mancanza di libertà – la protesta sembra essere diventata economica. La prima molla delle contestazioni, insomma, pare coinvolgere sempre più fette della popolazione che si sentono tradite dalle mille promesse del regime chavista. I negozi non hanno più cibo, il prezzo della benzina è alle stelle in un Paese che naviga sul petrolio… Certamente le pressioni economiche internazionali, statunitensi in particolare, non facilitano la ricerca di soluzioni adeguate… (Nella foto la Guardia nazionale impegnata nel disperdere i manifestanti per le strade di Caracas).

Sabato 15 marzo: India, la Toyota mette la chiave sotto lo zerbino
Il primo costruttore automobilistico mondiale ha annunciato la sospensione della produzione di auto e mezzi in India, a causa di un’interminabile agitazione sindacale nei due stabilimenti nei pressi di Bangalore (6.400 addetti e 310.000 veicoli prodotti annualmente). Uno sciopero durissimo, con minacce, sabotaggi e intimidazioni. I lavoratori richiedono miglioramenti salariali e delle condizioni di lavoro.

Domenica 16 marzo: I missili della Corea del nord
La Corea del Nord ha lanciato la bellezza di 25 missili sul Mar del Giappone per manifestare la sua profonda irritazione per le manovre navali congiunte tra Usa e Corea del Sud, che si stanno svolgendo da fine febbraio e che proseguiranno fino ad aprile. Poca potenza nei missili, della gittata di una settantina di chilometri, ma un segnale chiaro ai due alleati nemici: fortissima in Corea del Nord è infatti la convinzione che le due potenze stiano programmando una invasione della Corea del Nord. Naturalmente, nella guerra delle parole, Seul ha accusato Pyongyang di aver messo in atto «provocazioni irresponsabili».

Lunedì 17 marzo: Violenze in Nigeria
Non cessano le orribili carneficine nel centro e nel nord del Paese. È di ieri una carneficina in tre villaggi del centro del Paese – Angwan Gata, Angwan Sankwai e Chenshyl, a maggioranza cristiana – provocata da una cinquantina di uomini armati che nottetempo hanno fatto strage di un centinaio di persone a colpi di machete, kalashnikov e incendi. Continua la guerra civile dalle motivazioni complesse: etniche, culturali, economiche. In particolare nella regione teatro dalla strage sono violentissime le diatribe sul possesso della terra, più ancora che su motivi religiosi.

Martedì 18 marzo: Iran negoziati a Vienna
Nonostante il conflitto siriano, che vede un sempre maggiore impegno di Hezbollah a fianco del regime di Assad con la riconquista di numerose roccaforti dei ribelli ormai ridotti in ordine sparso, e nonostante le sempre più cupe minacce di disordini che s’addensano sulle montagne libanesi, proseguono i colloqui sul nucleare iraniano a Vienna. È infatti prevista una nuova tornata dei negoziati, anche con la partecipazione della Ashton in rappresentanza della Ue. Non ci si aspettano grandi risultati, ma il dialogo è tuttora aperto.

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