Una sentenza da rispettare

La Corte costituzionale si è espressa contro la legittimità del "lodo Alfano". Una posizione che intende ribadire l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

La Corte costituzionale ha dunque sentenziato che la legge nota come “lodo Alfano” è illegittima per due ragioni: perché viola il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge (art. 3 Cost.); e perché, quando vi fosse la necessità, per motivi che riguardano cariche pubbliche, di conferire a dei cittadini uno status diverso, non basta una legge ordinaria, è necessaria una legge di rango costituzionale, da approvarsi seguendo le procedure dell’articolo 138 della Costituzione. Del resto, è già così: le (sacrosante) immunità che tutelano le massime cariche dello Stato sono disciplinate dalla Costituzione stessa.

 

Ora, come non vedere l’effetto politico della pronuncia? L’attuale Presidente del Consiglio dovrà sottoporsi ai giudizi penali che il “lodo Alfano” aveva sospeso e il dato non è ininfluente sulla vita politica del Paese. Ma non può essere questa l’unica valutazione (che dispera o dà speranza, a seconda dell’opinione che si ha su Silvio Berlusconi).

Sollevandosi un attimo dalla contingenza, la sentenza non può che rassicurare: l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge resta un caposaldo della nostra civiltà giuridica e di tutto il sistema democratico.

E la Corte costituzionale conferma di essere la prima delle istituzioni a presidio di tale principio.

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