Una seconda opportunità per Schröder

Per la classe politica – e per tutti i tedeschi – la notte del 22 settembre ha assunto il sapore di un giallo: soltanto alle 3,30 del mattino è risultato per certo che Gerhard Schröder avrebbe avuto un secondo mandato. I socialdemocratici hanno infatti superato i democristiani di appena 8864 voti aggiudicandosi così la maggioranza nel quindicesimo Bundestag. Insieme ai verdi hanno quattro risicatissimi seggi oltre il quorum necessario per governare. Insomma è il risultato più ristretto del dopo-guerra in Germania. Appena un mese prima delle elezioni nessuno si sarebbe aspettato una vittoria del governo. Come mai, allora, questa riconferma? A mio avviso per diversi fattori: – L’alluvione in agosto è stata per Schröder un “dono del cielo” che gli ha permesso di dimostrare la sua capacità di governare una crisi. – Geniale anche – dal suo punto di vista – la polemica di Schröder contro la politica degli Stati Uniti nei confronti di Saddam Hussein. Il no alla guerra è sentito da una grandissima maggioranza dei tedeschi. – Nonostante sforzi enormi ed un allenamento notevole Edmund Stoiber, candidato democristiano con capacità amministrative indiscusse, non è riuscito a rendersi sufficientemente simpatico e credibile ai media. – Il grande successo dei verdi – che hanno salvato Schröder – è merito soprattutto di Joschka Fischer che, come ministro degli Esteri, è attualmente il politico più stimato in Germania. – Il fallimento – per così dire – dei liberali è costato la vittoria a Stoiber. Il loro progetto che, dal 7 per cento puntava a raggiungere addirittura il 18, la presentazione di un proprio candidato come cancelliere, la tattica di presentarsi come “partito del divertimento” e, infine, il tentativo del loro vice Mölleman di avviare una campagna anti-semita, hanno minato la loro credibilità. Quali le conseguenze di queste elezioni? Per il quadro politico si prospetta in Germania la fine di un Parlamento con cinque partiti. La Pds, cioè i neocomunisti dell’Est, non è più rappresentata nel Bundestag. Il 22 settembre ha segnato l’inizio della sua fine. I verdi hanno dimostrato con successo che non sono soltanto un partito di opposizione,ma sono in grado di fare – da piccolo partner della Spd – una politica con un proprio profilo. La Cdu, dal canto suo, è risorta dalla tomba scavata da Helmut Kohl con i fondi neri. E la Spd è uscita dalle elezioni con un occhio livido. Schröder ha avuto così una seconda opportunità per governare. I tedeschi hanno deciso per la continuità, chiedendo però una politica più incisiva. La Germania si trova di fronte a dei problemi enormi nel campo economico. La notevole disoccupazione pesa a tanti livelli. Le riforme iniziate dal governo Schröder – soprattutto in campo economico ed ecologico – si sono dimostrate finora purtroppo esitanti. Solo alla fine del suo primo periodo, già sotto la pressione della campagna elettorale, Schröder ha capito che la sua politica definita “della mano tranquilla” – non bastava. Servono subito tagli dolorosi. Non sarà facile, ma neanche impossibile. Durante l’alluvione i tedeschi hanno dimostrato di quale solidarietà sono capaci, con sorpresa dello stesso Schröder. Sulle dighe dell’Elba ha promesso di puntare di più su queste forze che esprimono le vere virtù dei tedeschi. Lo prenderemo in parola per vedere se si è meritato davvero questa seconda opportunità.

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