Una seconda nascita
Ero ancora bambina quando dovetti prendermi cura dei miei genitori, entrambi malati, imparando a cucinare e ad accudire casa. Come se non bastasse, la mamma perse il lavoro: allora provai veramente la fame, giorni e giorni senza cibo o al massimo con pane bagnato. Dopo quel periodo così duro fui ospite di una casa famiglia.
Un anno dopo la mamma si tolse la vita ed io, in seguito, venni adottata da una coppia, subendo però maltrattamenti. Disperata, mi rivolsi a Dio: «Se esisti, salvami!». Fui ascoltata: ebbi modo di ritornare dov’ero nata e riabbracciare mia sorella.
Poi una “seconda nascita” grazie a due coniugi alla cui vicinanza devo molto. La loro comunità cristiana è diventata la mia vera famiglia, sono maturata nella fede e ho realizzato un sogno: avere una casa mia ed essere indipendente. Come lavoro assisto un’anziana. Oggi nell’abbandono di Cristo sulla croce avverto tutto l’amore di un Dio, e in quello che ho sofferto vado scoprendo un senso: come in un dipinto che il pittore completa a poco a poco.
L. – Italia