Una scuola per Chiara Lubich
A Bandito, frazione di Bra (Cuneo), la nuova scuola dell'infanzia è stata dedicata alla fondatrice dei Focolari
Sabato 26 marzo è stata intitolata a Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari, la nuova scuola dell’infanzia di Bandito, la più popolosa frazione di Bra, in provincia di Cuneo. Bra è legata ai Focolari da molto tempo. Il 3 giugno 2002 Chiara Lubich ricevette la cittadinanza onoraria della Città dove ha sede il centro “Raggio di Luce“ con sede proprio in frazione Bandito, in località Villa Moffa.
La cerimonia di intitolazione dell’edificio si è svolta dalle 10 del mattino nell’ambito di un appuntamento che ha coinvolto per l’intera mattinata anche il consiglio comunali dei ragazzi. La giornata dedicata a Chiara è proseguita nel pomeriggio quando, alle ore 16, si èp aperto il convegno dal titolo “Una città per la fraternità” al teatro Politeama di piazza Carlo Alberto. Introdotti dal sindaco della città della Zizzola, Bruna Sibille, sono intervenuti il presidente e il vice presidente dell’associazione delle Città per la fraternità, il sindaco di Rocca di Papa Pasquale Boccia e quello di Montecosaro, Stefano Cardinali.
Nel corso del convegno è stato trasmesso un messaggio di Maria Voce, presidente del Movimento dei focolari.
Il convegno braidese è servito anche per dar conto delle attività avviate in città a partire dal 2002, con l’intento di rinnovare i messaggi lanciati da Chiara Lubich nel corso di una partecipatissima cerimonia e che recentemente hanno portato l’amministrazione comunale ad aderire all’associazione delle “Città per la fraternità”, realtà nata qualche anno fa con l’intento di creare una rete tra comuni ed altri enti locali, che ha tra i suoi scopi anche quello di assegnare un premio internazionale per la realizzazione di progetti di fraternità nelle città.
«La ”cittadinanza” si fonda sulla politica – aveva detto nel 2002 Chiara Lubich alla consegna della cittadinanza onoraria – e il fine stesso della politica è di realizzare condizioni di ”cittadinanza” sempre più piene per tutte le persone. Proprio perché la realtà comune che fonda la politica e la cittadinanza è la fraternità, il riconoscere l’eguaglianza di sostanza e di diritti in ogni uomo e donna del pianeta. Dei principi della Rivoluzione francese la fraternità è forse quello più misconosciuto e meno applicato. Stupisce che, mentre la libertà e l’uguaglianza hanno conosciuto un notevole sviluppo dottrinale e hanno trovato parziale applicazione nelle Costituzioni e nelle leggi di molti Stati democratici, alla fraternità non sia spesso riconosciuta la dignità che le è propria: quella di categoria politica fondamentale, senza la quale neppure le altre possono trovare espressione».
La “qualità politica” del messaggio della fraternità universale è in grado di ricondurre la composizione degli interessi particolari ad una visione più alta dell’azione politica, guidata dalla ricerca del bene comune. Un messaggio che si rifà alle parole di Chiara nell’intervento di Innsbruck nel novembre del 2001 in occasione della Conferenza internazionale dei sindaci europei ”1000 città per l’Europa”. «…Il compito dell’amore politico, infatti, è quello di creare e custodire le condizioni che permettono a tutti gli altri amori di fiorire: l’amore dei giovani che vogliono sposarsi e hanno bisogno di una casa e di un lavoro, l’amore di chi vuole studiare e ha bisogno di scuole e di libri, l’amore di chi si dedica alla propria azienda e ha bisogno di strade e ferrovie, di regole certe… La politica è perciò l’amore degli amori, che raccoglie nell’unità di un disegno comune la ricchezza delle persone e dei gruppi…».