Una scuola eccellente
Come tutte le scuole pubbliche di New York City, anche la «Osmond A. Church School – P.S. 124» ha arcigne guardie armate all’entrata, scale di metallo con inferriate e campanelle così rumorose da sembrare più adatte a una prigione che a una scuola. Ma quando si notano i colori (mamma mia, che colori incredibilmente vivaci nei corridoi!), la qualità dei lavori esposti sulle pareti realizzati dagli studenti, oltre all’energia e allo slancio didattico nelle varie classi, si capisce subito di essere arrivati in un luogo molto speciale. Il 94% degli studenti della P.S. 124 proviene da famiglie a basso reddito, di cui oltre l’8% vive in rifugi per senzatetto e, in una percentuale ancora maggiore, all’interno di famiglie affidatarie. Per molti di questi ragazzi, la scuola è l’unico porto sicuro che abbiano. Parlando a tu per tu con alcuni di loro, emerge che ciò che apprezzano maggiormente della scuola è il fatto che qui si sentono accolti e sicuri. Per loro, la presenza di guardie di sicurezza armate è un fatto decisamente positivo. Ma qui, soprattutto, sono felici perché sanno che la scuola offre loro una possibilità in più, speciale, che non hanno molti altri studenti che frequentano le scuole della zona.
«Quando i ragazzi corrono per la scuola, non è divertente, anzi, fa paura», afferma un ragazzo in tono neutro, offrendo così un’immagine ancor più matura di sé nonostante l’età. «I nostri insegnanti pretendono molto da noi, ma non ci abbandonano mai e ci incoraggiano di continuo. Più di altre cose, sono gli insegnanti a rendere questa scuola speciale», aggiunge una ragazza seduta vicino a lui. Grazie al costante supporto degli insegnanti, gli studenti della P.S. 124 hanno un rendimento decisamente superiore alla media cittadina sia in matematica sia in lettere: a prescindere dalla classe frequentata, il 99% degli studenti passa l’esame di matematica di seconda media con un eccellente o un ottimo, rispetto alla percentuale dell’81% della media a livello cittadino; il 96% ottiene eccellente o ottimo in lettere in prima media, rispetto al 73% della media a livello cittadino.
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La scuola si trova nel quartiere di South Ozone Park, nell’area sudoccidentale del distretto del Queens, a New York. La zona ebbe uno sviluppo agli inizi del Novecento come settore residenziale a basso costo all’interno della comunità più benestante (e all’epoca rurale) di Ozone Park. Oggi si trova tra l’Aqueduct Racetrack (un ippodromo) a ovest e la Van Wyck Expressway a est. Il quartiere, che ospitava inizialmente immigrati di prima generazione provenienti da Germania, Irlanda e Italia che in seguito lo lasciarono per trasferirsi altrove, si è poi trasformato, a causa dei più recenti spostamenti demografici, in una delle comunità più dinamiche e in crescita, e con il maggior numero di etnie diverse di tutta New York City.
Gli studenti della scuola provengono da America meridionale, Caraibi e Africa settentrionale. Di recente si è assistito all’arrivo di un’ondata di studenti provenienti da Bangladesh, India e Pakistan, come si può notare dai numerosi ragazzi che indossano turbanti Sikh o patka, che trattiene i capelli non ancora tagliati, come da tradizione, in cima alla testa. Valarie Lewis è arrivata alla P.S. 124 vent’anni fa in qualità di insegnante e responsabile dell’assegnazione di borse di studio. Nel 2000 è stata promossa a vicepreside quando era preside Elaine Thompson. Quattro anni fa è diventata preside lei stessa, riconoscente che, di tanto in tanto, la Thompson ritorni per controllare i progressi della scuola che ora è sotto la sua guida.
«I contenuti sono fondamentali. La gente può imparare a pensare in modo critico solo se prima apprende i contenuti – dice la Lewis a sostegno dell’approccio Core Knowledge –. Ma la nostra sfida va ben oltre. Noi vogliamo formare gli studenti come persone che siano capaci di usarli efficacemente».
La forza di quest’affermazione è collegata allo straordinario rapporto che la Lewis si aspetta di vedere in ogni interazione docente-studente. Nonostante la scuola enfatizzi molto un’istruzione di ottima qualità, alla P.S. 124 sono ancora più importanti i rapporti umani, necessari per rendere l’apprendimento allettante e attraente ancor prima che significativo. La realtà è che la cultura esterna è così in contrasto con ciò che i bambini apprendono a scuola, che la scuola deve fare uno sforzo per superare l’atteggiamento generale della società contemporanea.
«La nostra scuola si basa sul concetto delle Core Virtues. Noi mettiamo in pratica tutti i punti principali di quest’approccio, come ad esempio quello di adottare la “virtù del mese”. Tuttavia se non le si vive veramente, il tutto si riduce a mero contorno – afferma la Lewis con convinzione –. La cultura all’interno di questa scuola intende offrire una coerenza che gli studenti non avrebbero altrimenti».
La morale è che i ragazzi devono imparare a credere nel proprio valore personale e a capire che il loro ruolo è indispensabile per la vita della classe. «Facciamo riflettere i ragazzi sulle scelte che fanno e su che tipo di persona desiderino diventare – spiega la Lewis –. Se insegniamo loro a essere dei liberi pensatori, riusciranno a comprendere il potere delle loro decisioni e impareranno a fare scelte migliori. Prima, tuttavia, devono essere certi che crediamo in loro. Se insegniamo loro a pensare con la propria testa e ad assumere dei rischi intelligenti, avremo un futuro. In caso contrario, ci ritroveremo con un pugno di mosche».
Un altro fatto ironico è che la P.S. 124 è molto ammirata e spesso anche emulata per il suo “programma di formazione del carattere”. Ma la Lewis non esita a dissociarsi da una simile definizione. «Non si tratta di carattere. Quello che cerchiamo di ottenere è comprensione. Il vero interrogativo è come superare i pregiudizi attraverso l’istruzione. Spesso le comunità in cui vivono questi bambini sono fortemente emarginate. Si tratta semplicemente di insegnare alle persone a comunicare e a comprendere culture diverse dalla propria». Per realizzare il suo obiettivo primario, ovvero essere un luogo di apprendimento, la P.S. 124 si è resa conto di dover innanzitutto affrontare un problema più profondo. Ciò che la scuola offre ha ben poco a che vedere con l’educazione ai valori o con strategie utili per la risoluzione dei conflitti; si tratta piuttosto di istruire i ragazzi sui fatti della condizione umana. L’offerta è doppiamente reale: innanzitutto attinge a contenuti molto solidi per ciascuna materia, e in secondo luogo mira a insegnare tali contenuti allo scopo di formare in profondità la persona, influenzandola positivamente.
da: QUANDO LA SCUOLA EDUCA. 12 progetti formativi di successo, di Samuel Casey Carter (Città Nuova, 2016). Edizione italiana a cura di Michele De Beni