Una scuola “di larghe intese”

A Crema, giovani di entrambi gli schieramenti hanno avviato insieme un percorso di formazione sulla fraternità in politica
scuola politica giovani

Felpa, jeans e scarpe sportive. Segno che di passi questi giovani ne vogliono fare, e molti. Bamboccioni? Manco a pensarlo: sicuramente i loro passi già stanno aprendo speranza, fiducia nuova, energia positiva da portare al nostro Paese. Ragazzini, verrebbe da chiamarli, vista l’età; ma conoscendoli li si direbbe piuttosto uomini che stanno facendo la storia, per il loro impegno, la loro serietà e le loro profonde motivazioni.

 

Siamo a Crema, nella bassa padana. È qui, nella segreteria del Pdl, che inizia questa storia: «È bastato un profondo ascolto verso Paolo, un ragazzino che, seppur molto giovane, si stava impegnando nell’attività politica, per intuire il suo serio desiderio di sollecitare i giovani a riavvicinarsi alla cosa pubblica». Ermanna è al suo lavoro, nella segreteria del Pdl, e anche se presa in contropiede ci sta alla provocazione. Ci crede, e per i giovani della città organizza un convegno. Il forte desiderio di Paolo di voler avvicinare tutti si intuisce nel comunicato stampa inviato a tutti i giornali per l’evento: «A tutti i giovani di Crema e del circondario», quindi ai giovani di tutte le appartenenze politiche. Partecipano al convegno una trentina di ragazzi, e qui avviene l’incontro tra i giovani del Pd con quelli del Pdl. Da loro nasce un’idea “geniale”: realizzare il Caffè politico, gestito esclusivamente da giovani, i quali definiscono l’iniziativa come un momento per «il superamento delle barriere che si frappongono tra il mondo dei ragazzi e quello della politica, con la convinzione che una proposta che sappia toccare gli interessi e le attitudini dei giovani possa trovare terreno fertile tanto nelle menti di chi già nutre interesse nel mondo della politica che in quelle di chi non ne è ancora interessato».

 

A questo punto, racconta ancora Ermanna, il terreno è pronto per svelare loro un segreto: la fraternità come nuovo paradigma della politica. «Ne ho parlato a Paolo, e abbiamo deciso di fare l’annuncio anche agli altri giovani». Tutti hanno accettato entusiasti, convinti che sia l’unica strada percorribile oggi per dare una sterzata al loro impegno concreto nel sociale attraverso la politica. «In seguito abbiamo intuito la necessità di un maggiore approfondimento sulla fraternità, tramite una vera e propria scuola di formazione: così abbiamo dato inizio al progetto». Il gruppo che si è formato è variegato, ma sa di una piccola famiglia che vive tutte le difficoltà della vita quotidiana: studio, casa, genitori, amici. Ma in ogni loro agire si nota lo sforzo, e la di volontà, di voler vivere questa fraternità. «Siamo già scuola – ha detto un giovane una sera -,anche se la stiamo ancora progettando».

 

Ora la scuola di partecipazione è iniziata, e i giovani sono i testimoni che “cambiare si può”. Hanno cominciato loro per primi, come racconta Antonio (Pdl), assessore al Bilancio del Comune di Agnadello (Cremona): «Il caffè politico, di cui faccio parte, è un progetto fantastico, e l’essere riuscito a trovare sempre un accordo con ragazzi che hanno idee opposte alle mie è sicuramente un esempio di fratellanza di cui vado fiero. Come assessore è più difficile parlare di fratellanza. E non sempre è facile trovare un punto in comune. Proprio per questo mi sono avvicinato alla scuola. Il mio obiettivo è imparare ad ascoltare chi ha idee diverse dalle mie, poi certo, quando si amministra un paese non sempre si può fare ciò che “consiglia” la minoranza. Però la mia speranza è che, almeno su alcuni punti, si possa poi raggiungere l’unanimità di voto».

 

Per Jacopo, coordinatore dei Giovani Democratici – Pd di Crema, l’esperienza della fraternità in politica nasce prima di venire a conoscenza della scuola: «Qui a Crema, insieme ai giovani del Pdl – ci racconta infatti – abbiamo fondato il "Caffè Politico". Il messaggio era semplice: di fronte ad un panorama politico lacerato da lotte per la sopraffazione dell’avversario, ci sembrava utile lanciare un messaggio di unità. Un allarme sociale come quello del distacco dei giovani della politica è avvertito ugualmente dai ragazzi di diversi schieramenti. Riconosciuto quindi un comune problema, abbiamo messo da parte le differenze e lavorato congiuntamente per realizzare una serie di incontri e sensibilizzare i giovani alle questioni politiche e culturali della società in cui vivono. Il risultato è stato eccellente. L’esperienza è per me esempio di fraternità, perlomeno per come la intendo io: la presa di coscienza, da parte degli uomini, di vivere nelle medesime condizioni di vita dei loro simili e, di conseguenza, la capacità di far scattare meccanismi di solidarietà per affrontare insieme le situazioni che la società presenta».

 

Paolo è coordinatore del Gruppo giovani Pdl di Crema: «La mia esperienza di fraternità inizia cinque anni fa: varcai, titubante e timoroso, la porta del partito, al tempo ancora Forza Italia, che è stato il luogo in cui ho potuto conoscere ed approfondire il messaggio di Chiara Lubich. La partecipazione alla scuola di dialogo, in partenza nella mia città, è solo l’ultimo passo di una lunga, intensa ed emozionante salita durante la quale ho concretamente colto i frutti dell’amore universale. Noi giovani ci rendiamo testimoni di una politica, ancor prima che praticata, concepita nel segno del rispetto e della valorizzazione dell’alterità, ben sapendo che il primo passo è quello dell’ascolto, del silenzio costruttivo e disinteressato. Ora siamo pronti per una nuova sfida: la formazione e la preparazione per una futura vita amministrativa, che ci vedrà probabilmente in partiti e posizioni differenti. Ma saremo legati da un filo ben saldo, quello della fraternità».

 

Matteo è studente in giurisprudenza, iscritto a Giovane Italia – Pdl. Ci racconta che «La scuola si pone come obiettivo l’educazione al dialogo, soprattutto dei giovani, perché possano recuperare questo valore ormai perduto e farne tesoro per il futuro. La scuola è un’iniziativa che mi entusiasma molto: mi riempie infatti di gioia sapere che esiste la possibilità per noi giovani di essere educati al dialogo».

 

Paolo è consigliere comunale di maggioranza Pdl del Comune di Agnadello (Cremona) e dice: «Nella mia realtà di amministratore comunale vedo che urge sempre più la coscienza che il dialogo è una colonna portante della politica, e senza di essa crollerebbe tutto: lavoro, speranza e voglia di costruire. È per questo che invito i giovani a partecipare a queste scuole, a metterci la loro faccia, la loro mente ma soprattutto il loro cuore».

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