Una scuola buona e “migliore”
La proposta contenuta nel DDL 2994 Giannini-Madia-Padoan non è certamente l'optimum, non per questo mi sento di affossarla in toto. Nella mia scuola c'è un gran parlare. Sciopero sì, sciopero no…, sembra che tutto il peggio stia per avvenire. A me non è così chiara questa cosa.
Ad inizio anno è stata proposta una grande consultazione on line. Sarò un illuso, ma io ho partecipato ed ho fatto il possibile perché vi partecipasse più gente possibile. Ho l'impressione che il decreto sia da chiarire meglio, troppi aspetti sono ancora da definire e questo presta il fianco alle più fantasiose interpretazioni. Sicuramente va anche integrato con norme che facciano da contrappeso a nuovi poteri che possono correre il rischio di spaventare (chi non ha esperienza di presidi che già alle condizioni attuali non abusano delle loro prerogative?).
Non sono un sostenitore del modo di far politica di questo governo, credo che dovrebbe imparare l'arte del dialogo e della concretezza. La scuola però deve cambiare, tanti che vi lavorano lo dicono da anni. Cambiare vuol anche dire recuperare alcune caratteristiche perdute lungo la strada. Tratti peculiari che la rendevano invidiata in Europa.
E deve cambiare anche l'opinione che la gente ha della scuola e dei suoi lavoratori. Non è serio che ci sia ancora chi tira fuori la storia delle ferie estive senza dire che in Italia si fanno più giorni di scuola che nella maggior parte dei Paesi europei. E che sia un ministro è ancora più grave. Nessun ministro tra quelli che hanno messo mano alla scuola ha avuto vita facile. Il popolo della scuola ha un paio di caratteristiche particolari, non vuole essere disturbato più di tanto e “sente le cose con la pancia”.
Se potessi pubblicare tutto quello che i social network stanno facendo circolare nel mondo magistrale ci sarebbe da realizzare una compilation niente male. Si va dagli interventi oggettivi alla bieca disinformazione, al pietismo nel coinvolgere studenti e famiglie.
Quello che mi dispiace è che si metta dentro ad una protesta che poteva essere impostata su pochi punti importanti e condivisibili da tutti di tutto e di più.
Ed i sindacati non aiutano. Hanno preferito un accordo al ribasso proponendo uno sciopero di opposizione totale cercando una visibilità numerica che in altri settori sanno di aver perso.
Ritengo che la valutazione sia ineluttabile e necessaria, la scelta dei docenti da parte dei Dirigenti va interpretata a tutela dei ragazzi e delle famiglie, gli organi collegiali ed i lavori collegiali vanno incentivati, l'aggiornamento è doveroso. Servono finanziamenti, pesi e contrappesi. La scuola ha bisogno di riconoscimento del lavoro svolto ed incentivi anche economici. Le scuole (edifici) vanno curati. Se i soldi pubblici non bastano serve realismo ed anche l'aiuto del privato. Inutile nascondersi.
Auspichiamo un passo indietro di tutte le parti per evitare lo scontro e le barricate in una guerra che non vede vincenti. Sciopero sì, sciopero no? Ancora non lo so, devo pensare alla scuola!