Una scommessa da conoscere
I lavori delle Settimane sociali dei cattolici italiani, che hanno avuto inizio grazie all’intuizione dell’economista e sociologo Giuseppe Toniolo nel 1907, rappresentano una ricchezza di analisi e documentazione che è destinata ad andare oltre i giorni dell'incontro di Torino, che vedranno partecipare circa mille delegati provenienti dalle diocesi di tutta Italia, assieme a rappresentanti del mondo delle associazioni e dei movimenti.
Il senso dell’iniziativa si coglie in quanto afferma il documento preparatorio, e cioè «affrontare e se possibile anticipare gli interrogativi e le sfide talvolta radicali poste dall'attuale evoluzione della società». «Uno strumento di ascolto e di ricerca» per la Chiesa «che può offrire ai centri e agli istituti di cultura, agli studiosi e agli operatori sociali, occasioni di confronto e di approfondimento su quel che sta avvenendo e su quel che si deve fare per la crescita globale della società».
Merita perciò invitare tutti coloro che vogliono accettare la sfida di porsi “interrogativi radicali” ad accedere al ricco e stimolante documento preparatorio scaricabile dal sito delle Settimane sociali. La struttura del testo, divisa in tre parti (Famiglia e persona umana, Famiglia bene per tutti e Famiglia società ed economia), pone una domanda di riflessione alla fine di ogni paragrafo.
Un metodo interessante di verifica per un dialogo destinato a restare aperto anche dopo la chiusura dei lavori, domenica 15 settembre, giorno in cui si tireranno la conclusioni dei gruppi di lavoro su temi quali «la missione educativa della famiglia, le alleanze educative, in particolare con la scuola, accompagnare i giovani nel mondo del lavoro, la pressione fiscale sulle famiglie, famiglia e sistema di welfare, il cammino comune con le famiglie immigrate, abitare la città e, infine, la custodia del creato per una solidarietà intergenerazionale».
Questioni che richiederanno, per essere affrontate in maniera adeguata, quella stessa apertura testimoniata dal vescovo di Roma, papa Francesco. Buon lavoro.