Una scintilla d’amore: la vita di Paola Massenz
Annamaria Gatti - Città Nuova
Il mistero di Paola è di quelli che hanno in sé la loro soluzione, a ben guardare. È vissuta e morta – a 37 anni, per le metastasi di un cancro al seno, sposa e madre felice di quattro figli ancora preadolescenti – per dimostrare che i mostri del mondo non si vincono rimuovendoli, esorcizzandoli invano, come fa la cultura di oggi.
La malattia, la sofferenza, la crudeltà della “sorte”, la morte stessa si vivono e si vincono con l’amore: tutto l’amore che si riesce comunque a dare, e quello che si suscita intorno e si lascia dietro di sé quando si è come Paola, quando si brucia ogni istante come “una scintilla d’amore”.
Ce lo racconta la biografia di questa giovane donna “straordinaria nell’ordinario”, prima, quando la vita scorreva serena e piena di promesse, e la famiglia cresceva rigogliosa; ma ancora più straordinaria negli ultimi anni, aggredita dal male e dal dolore ma sempre pronta a consumarsi per gli altri: i figli, il marito, gli amici, il gruppo di Famiglie Nuove, tutta Gemona (la sua città), tutti quelli che le scrivevano e pregavano per lei.
Non era facile scrivere su tutto questo, ma la Gatti se l’è cavata brillantemente, dandoci un aureo libretto che tocca il cuore, interpella la coscienza, edifica lo spirito. E apre un dialogo discreto coi fautori della “qualità della vita” e della “morte felice”.