Una Rondine che fa primavera

In un borgo medievale di Arezzo, grazie all'Associazione Rondine, è nato uno studentato internazionale che ospita giovani provenienti da Paesi in conflitto. Un modo concreto per costruire la pace.
cittadella rondine

Elad Morad è nato in Israele nel 1982, stesso anno di George Ijha, palestinese di Gerusalemme. Elad è stato comandante delle forze speciali dell’esercito nel suo Paese. George ha vissuto in una zona occupata dagli israeliani. Il senso comune potrebbe considerare impossibile una coesistenza pacifica tra i due. Ma loro sono buoni amici. Di più: condividono lo stesso spazio, sviluppano progetti insieme e dimostrano che il dialogo e la fraternità, nella diversità, non sono un’utopia.

Il luogo di questa grande scoperta è un piccolo borgo medievale dell’XI secolo, che si trova nella città di Arezzo. Lì si sviluppa il progetto Rondine – Cittadella della pace, che dal 1997 promuove l’incontro tra giovani provenienti da Paesi in conflitto. Radunati volontariamente in questa “terra neutrale”, condividono la residenza, frequentano le università della regione e partecipano a varie esperienze culturali, educative, artistiche ed ecumeniche che completano l’esperienza accademica e comunitaria.

L’idea è che la convivenza "forzata" possa creare rapporti forti e abbattere le barriere. Secondo Elad, la reciproca conoscenza è fondamentale per il superamento dei conflitti. «Uno dei problemi principali di entrambe le parti, israeliani e palestinesi, è che non sappiamo nulla dell’altro lato. E quando non sappiamo, iniziamo a immaginare e creare cose che in realtà non esistono».

Il seme della cittadella è stato piantato nel 1977, quando l’allora vescovo di Arezzo, mons. Telesforo Cioli, ha affidato ad alcune giovani famiglie la chiesa e le strutture adiacenti nel borgo di Rondine. È nata così la Comunità di Rondine, che si è impegnata per la ricostruzione della cittadella medievale, fino ad allora completamente abbandonata. Negli anni successivi, Rondine è diventato un centro di formazione per famiglie e giovani e di accoglienza per famiglie in difficoltà.

Nel 1990 nasce l’Associazione Rondine, con lo scopo di realizzare azioni di solidarietà e di scambio culturale. Durante questo periodo si sviluppano forti relazioni con la Russia. Il 1997 segna la nascita del primo studentato internazionale di Rondine, con l’arrivo di cinque studenti provenienti da Cecenia e Russia.

Nel corso dei suoi 12 anni di vita, la cittadella della pace ha ospitato persone provenienti da 10 Paesi che vivono o hanno vissuto situazioni di conflitto: Caucaso del Sud, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Serbia, Sierra Leone, Israele, Palestina, Libano e Romania. Per l’anno accademico 2009/2010 sono presenti 23 studenti, 12 ragazzi e 11 ragazze, la cui presenza è stata possibile soltanto dopo il 2007 con l’inaugurazione del reparto femminile della residenza. Lo studentato è gestito con l’aiuto delle borse di studio concesse dal ministero degli Affari Esteri italiano e vari enti pubblici e privati che condividono l’ideale di Rondine.

Il limitato numero di studenti – solo 60 hanno vissuto nella cittadella dal 1997 – è una caratteristica distintiva del progetto Rondine. Si ritiene che l’intensità e la qualità dell’esperienza umana vissuta nella cittadella provengano proprio dalle piccole dimensioni dello studentato. «È un posto eccezionale dove si creano i rapporti e la fiducia tra le persone. Prima mi sentivo più limitato, nel senso che la chiusura che c’è in Palestina ha limitato i nostri sogni, e per questo sono venuto per fare questa esperienza, vera e reale: Rondine mi ha dato l’opportunità di incontrare gli altri (anche Israeliani) in una terra neutrale» ha detto George, che frequenta un master in sviluppo umano locale e cooperazione internazionale.

Durante il periodo in cui abitano la cittadella della pace, gli studenti si impegnano in azioni divulgative, seminari, conferenze e incontri di testimonianza con le scuole locali, attraverso i quali ogni anno circa 2.500 studenti di tutti i livelli di istruzione entrano in contatto con Rondine. Tutti questi eventi, oltre che diffondere la loro esperienza di pace e di dialogo, gli permettono agli studenti di sviluppare il loro senso di responsabilità, spirito di leadership e le competenze di relazione con il diverso.

Al termine del corso, che dura in media due anni, si prevede che ognuno si reinserisca nella sua realtà e diventi un punto che irradia lo spirito di Rondine. Elad, che sta facendo un master in economia e cooperazione internazionale, crede in questa prospettiva futura: «Per me, un ex-soldato, che ha preso le armi per così tanto tempo, vivere in un posto come Rondine e, ancor di più, avere come migliori amici persone della Palestina, dal Libano… Sono la mia famiglia qui. Conto su di loro e loro su di me. Quindi, se funziona qui, perché non fare funzionare tra i nostri Paesi?»

Pertanto, il lavoro della Associazione Rondine non finisce con la partenza degli studenti. Collaborazione con università, istituzioni e aziende dei loro Paesi di origine è un passaggio chiave del progetto. Questa è un’occasione che gli studenti hanno per mettere in atto, con il sostegno dell’Associazione, i progetti sviluppati durante gli anni di esperienza accademica e comunitaria in Italia, diventando così testimoni e costruttori di una cultura di riconciliazione, di pace e di dialogo.

George e Elad hanno già i loro progetti, ovviamente. «In tutto il mondo i giovani hanno la possibilità di fare la differenza, ma in Palestina no. Perché ci sono troppe difficoltà che non ti fanno parlare, che non ti fanno emergere. Per questo il nostro problema è rimasto lo stesso, ma credo lo stesso che il cambiamento verrà dai giovani. Per questo voglio creare rete di giovani, un network che dia loro spazio e che sia forte» ha detto George. Elad, a sua volta, preferisce mantenere il segreto per ora, ma dice che «la mia esperienza qui a Rondine avrà un impatto enorme sui miei progetti futuri».
 

Università per la pace


Dall’esperienza nella cittadella della pace è nato nel 2009 “Uni4 – Un laboratorio universitario per la pace dai 4 continenti”. Coinvolgendo le università in Europa, Asia, America e Africa, il progetto mira ad alimentare il dibattito sulle identità e dialogo fra culture diverse, e in particolare affrontare la questione di come la cultura universitaria può contribuire alla gestione dei conflitti tra le nazioni.

Il laboratorio è articolato in tre moduli di seminari di studio, tenuti a Rondine, Arezzo e Firenze. Le prime due – "Questioni di identità" e "Università cantiere di pace" – sono state effettuate nel 2009. L’ultimo, dal titolo "Oltre i conflitti", si tiene tra gennaio e aprile di quest’anno (2010) e riguarda le guerre dimenticate, dai Balcani all’Africa, dal Medio Oriente al Caucaso.

«Se vogliamo davvero costruire la pace, dobbiamo agire attraverso l’educazione. In primo luogo formare educatori, insegnanti, mostrando ciò che è la vera pace. Solo così è possibile educare la prossima generazione alla pace» ha detto Andrei Rami Rodan, dottorando presso l’Università di Haifa (Israele), che ha frequentato il modulo"Università cantiere di pace ". Rodan dirige la Ong "Vele per la Pace", impegnata in azioni simili a quelle di Rondine, radunando studenti arabi, palestinesi, ebrei e israeliani in imprese marittime con barche a vela. Dopo le spedizioni in mare, che servono per abbattere gli stereotipi e costruire la fiducia, i giovani ritornano alle loro comunità di origine e "reclutano" giovani per i nuovi viaggi.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons