Una rete fraterna si mette in gioco con Slotmob

Slot Mob. Non stiamo giocando

Anche Trieste ha visto nascere il movimento No slot sull’onda nazionale, che ha superato di fatto i cento eventi di contrasto al gioco d’azzardo. L’iniziativa in città è nata come riflessione all’interno di una rete di fraternità che opera da undici anni e mette insieme associazioni e comunità orientate al bene comune e al servizio di prossimità: “Insieme per l’Europa” formatasi nel 2004 ha trovato un terreno fertile di scambio, di amicizia, di dialogo, di collaborazione e di attenzione ai bisogni sociali della comunità civile tra una ventina di gruppi e di comunità di ispirazione cristiana, ma non solo, poiché su tanti temi c’è convergenza anche con persone che non hanno una precisa appartenenza religiosa. Integrazione degli immigrati, sostegno ai più giovani, aiuto alle fasce deboli, dialogo tra credenti e non credenti, eventi con narrazioni delle esperienze di servizio a vantaggio della città, sono state le dimensioni di questa riuscita collaborazione in cui si è inserito da pochi mesi anche il tema del gioco d’azzardo, mercato di enorme dissesto per molte persone già in condizione precaria.

La presa di coscienza delle forti turbative sociali che il gioco d’azzardo si porta dietro ha convinto i membri di Insieme per l’Europa ad aderire alla campagna no slot, ingaggiandosi nel prima Slot mob a Trieste, una città che detiene in regione il primato delle giocate d’azzardo con almeno 900 milioni bruciati senza contare le giocate oltre confine. Si è perciò cominciato un percorso che ha previsto alcuni percorsi di informazione che hanno attirato molte persone anche al di là dei confini delle stesse comunità, suscitando interesse nella stampa locale attenta alla novità che si stava creando in città. Dopo queste tappe di avvicinamento al problema, che hanno visto la partecipazione delle istituzioni pubbliche con la vice Sindaco, l’Azienda territoriale dei servizi sanitari e la direttrice del Dipartimento delle dipendenze e la presenza del presidente del TAR regionale, un magistrato che si era occupato delle pretese di una multinazionale sul gioco d’azzardo.

Lo Slotmob triestino si è distinto per la forte valenza etica ma si sono alternati momenti di informazione sulle probabilità matematiche di successo nelle vincite e momenti ludici vissuti in maniera comunitaria e tra le diverse generazioni fino al  flashmob costruito sullo slogan chiave della manifestazione: “Gioco sì, Azzardo no”. Un passo di consapevole impegno civile è stato cercare un dialogo con la città su tematiche scottanti che mettono in crisi l’umanità delle persone e dove in gioco è la qualità della vita, l’ecologia delle relazioni, la salvezza da evitabili derive personali e famigliari.

I più letti della settimana

Ti amo come sono stato amato

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons