Una rete che si espande
Il convegno "Fraternità: una proposta possibile", rivolto a sindaci e cittadini per mettere in rete le buone pratiche dell'amministrare, si è concluso con l'impegno ad allargare a sempre più città questo modo di fare politica.
Si è concluso con l’impegno concreto a condividere, progettare e attuare le cosiddette “buone pratiche” il convegno Fraternità: una proposta possibile, svoltosi a Loppiano (Firenze) lo scorso 12 dicembre. Promosso dall’Associazione Città per la fraternità e dal comune di Incisa in Val d’Arno, l’evento, indirizzato a sindaci, enti e amministratori locali, ha visto anche la partecipazione di molti giovani intervenuti dalle città italiane rappresentate. Giunti messaggi di saluto anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini, dal segretario di Stato vaticano card. Bertone, dal ministro per i Beni culturali Sandro Bondi e dalla presidente del Movimento dei Focolari Maria Voce.
Da Spoleto a Todi, da Montecatini ad Ariccia, amministratori e cittadini si sono fatti portavoce del bisogno di riscoprire insieme queste “buone pratiche di fraternità”, per poter giungere in maniera condivisa ad un governo “virtuoso”. «È nata per questo la nostra associazione – ha ricordato Pasquale Boccia, sindaco di Rocca di Papa (Roma) e presidente di Città per la fraternità – per creare un luogo dove soggetti istituzionali e sociali possano condividere e arricchirsi delle reciproche diversità». «Proprio perché lo scenario mondiale sembra andare in direzione opposta – ha sottolineato l’assessore regionale toscano Parrini – è necessario che sorgano luoghi della condivisione ad ogni livello». Luoghi della fiducia, come li ha definiti la parlamentare Rosa Di Pasquale, capaci di ridare speranza anche all’agire politico.
L’urgenza di procedere in questa direzione in tempi di conflittualità è stata sottolineata anche dal prof. Alberto Lo Presti, docente di teoria politica presso l’Istituto universitario Sophia di Loppiano: anche se «occorre una buona dose di coraggio per parlare di fraternità oggi – ha affermato – non possiamo negare i numerosi esempi in cui tale coraggio si è rivelato una vera potenza capace di indirizzare il corso della storia: da piazza Tienanmen, fino alla “rivoluzione arancione” in Ucraina, alle proteste dei monaci tibetani in Birmania, al movimento iraniano per la libertà e molti altri. Il mondo sta intensificando azioni e relazioni di reciprocità». Parole sottoscritte anche dal prof. Rocco Pezzimenti della Lumsa di Roma, che ha concluso ricordando il ruolo chiave delle realtà locali come spazi ideali di sperimentazione e attuazione di politiche solidali.
Dopo la rilettura delle testimonianze lasciate da don Sturzo, De Gasperi, La Pira, Giordani e Mangano, ispiratori per le sfide sociali e politiche attuali, è stato consegnato il “Premio Chiara Lubich per la fraternità” alla città di Ascoli Piceno. Sono seguite tre menzioni d’onore ad Ercolano, San Severo di Puglia e ai Comuni della zona Fiorentina Sud-Est per il progetto socio-sanitario Società della salute.
L’incontro si è chiuso da un lato con l’auspicio, a cui ha dato voce il sindaco di Incisa in Val d’Arno Fabrizio Giovannoni, che «questo patto di fraternità si allarghi e si arrivi presto a cento città associate», e dall’altro con l’impegno concreto sia degli amministratori che dei cittadini ad allargare i traguardi raggiunti: «Il risultato di questa giornata di lavori – ha concluso Stefano Cardinali, sindaco di Montecosaro (Macerata) – è il fatto di essere pronti ora a farci carico dei problemi e delle difficoltà anche delle altre città».