Una prova d’amore per la Costituzione
Il no ha vinto. Il sì ha perso. Le analisi di queste ore si sprecano. L’opposizione ha vinto. Il governo ha perso. La prima lettura del risultato del referendum, seguita a New York nel tardo pomeriggio mi trasmette invece un sentimento diverso: l’amore degli italiani per la Costituzione. Incredibile! Quasi il 70% di noi ha votato per un referendum, per cui non era neppure necessario un quorum.
Quella Carta continua ad essere la nostra àncora, lo è dei pochi bisnonni ancora in vita che l’hanno vista nascere, lo è dei nonni che ne hanno respirato per primi l’ossigeno democratico, lo è per i genitori che ne hanno goduto gli effetti e per i figli e i nipoti che ne stanno vivendo sulla pelle profezie e limiti.
Questo referendum, al di là di percentuali e dichiarazioni di sconfitta e vittoria ci ha consegnato l’amore per la nostra Costituzione ed è per lei che è venuto meno l’astensionismo delle ultime consultazioni, il disinteresse per la Cosa Pubblica, quell’insofferenza italica per la politica. È per questa Carta che ho tempestato l’ufficio elettorale di Roma per accertarmi che la mia richiesta di voto all’estero fosse stata accolta. La stessa passione ha buttato giù dal letto, già alle otto del mattino di domenica, anche qualche astensionista abitudinario.
La Costituzione e questo referendum non ci hanno resi gente del sì o gente del no, ci hanno fatti un po’ più italiani, un po’ più consapevoli del patrimonio repubblicano, un po’ più cittadini attivi. E ora invece di gioire di questa ritrovata passione dobbiamo fare i conti con una crisi di governo, che non ci serviva perché questa era l’ora della Costituzione, e non un sondaggio di gradimento sul governo o sulla sua opposizione. Peccato aver mancato questa lettura della storia!
In fondo, io e molti siamo semplicemente quelli della Costituzione…