Una presidenza in rosa

Le elezioni del 7 gennaio hanno visto la vittoria di Laura Chinchilla, candidata del partito dell'attuale presidente, il Nobel per la pace Oscar Arias. Per la prima volta sarà una donna a guidare il piccolo Paese centroamericano, tra i pochi al mondo a non avere forze armate.
chinchilla

Per la prima volta nella sua storia il Costa Rica avrà una presidente donna. Si chiama Laura Chinchilla, ha 50 anni, è politologa, ed ha ottenuto il 46 per cento dei voti durante le elezioni dello scorso 7 febbraio. I due principali avversari, Otto Guevara (centrosinistra) e Ottón Solís (destra) hanno riconosciuto la loro sconfitta, avendo superato rispettivamente di poco il 25 ed il 20 per cento delle preferenze. Non c’è dunque stato bisogno di ricorrere al ballottaggio. Ad ogni modo la Chinchilla dovrà negoziare con gli altri partiti, dato che in Parlamento non disporrà della maggioranza dei seggi.

 

La nuova presidente, già ministro della Giustizia dell’attuale governo del presidente Oscar Arias, avrà dunque l’opportunità di mettere in pratica la lotta contro il crimine, la violenza ed il narcotraffico, temi sui quali ha incentrato la sua campagna elettorale. Tra il 1992 e il 2009 l’indice degli omicidi è cresciuto da 4,4 ogni 100 mila abitanti a 11,1. Tassi elevati per un paese centroamericano tradizionalmente pacifico (uno dei pochi al mondo a non possedere forze armate), di poco più di 4 milioni e mezzo di abitanti sparsi sui 51mila km quadrati tra l’Oceano Atlantico ed il Pacifico. Ma non sfugge a Laura Chinchilla che oltre al tema della sicurezza il suo governo dovrà anche affrontare il problema di creare nuovi posti di lavoro e di migliorare il livello d’istruzione, per introdurre il Costa Rica nel club dei Paesi sviluppati.

 

Laura Chinchilla è nota anche per le sue posizioni contrarie all’aborto e all’eutanasia: la scelta di presentare la sua candidatura in occasione della “Marcia della vita e della famiglia” dello scorso 28 novembre, in cui 50mila persone avevano manifestato contro l’aborto e i matrimoni omosessuali, aveva suscitato perplessità sia all’interno della maggioranza che dell’opposizione.

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