Una politica per giovani
«Crema, sabato nove febbraio. Duecento persone davanti a noi. E’ una fredda mattina invernale. L’orologio al polso segna le nove e trenta. L’adrenalina ci rende lucidi, attendiamo impazienti gli ultimi ritardatari. Dobbiamo iniziare. Pronti, partenza. Via!
Noi, studenti della scuola di Partecipazione del Movimento politico per l’unità, abbiamo invitato i quattro principali candidati al consiglio regionale della Lombardia (Pdl, Pd, Udc e Fare, mentre il Movimento 5 stelle non ha voluto partecipare) a confrontarsi con giovani elettori.
«Quale merito e' pronto a riconoscere al suo avversario politico e al suo programma di governo?».
Questa e' solo una delle domande che abbiamo rivolto ai quattro candidati alle elezioni regionali. Gli argomenti hanno spaziato dalla sostenibilità economica delle promesse elettorali alle politiche giovanili, dalla bioetica alle politiche dei trasporti, dalle alleanze politiche allo stile della rappresentanza. I candidati se la sono cavata bene, anche se una certa sorpresa trapelava dai loro sguardi, nel vedersi immessi in una situazione inusuale per una campagna elettorale.
Domande incalzanti, concrete e puntuali dunque non proprio sui toni da talk-show, ma da vita quotidiana. La buona riuscita dell’iniziativa si è resa possibile grazie ad una preparazione attenta. Abbiamo letto, studiato e analizzato ogni singolo programma elettorale, gli slogan e il simbolo dei partiti. Tre carissimi amici (una pensionata, uno studente pendolare e una madre disoccupata) hanno portato la loro testimonianza di vita, realizzando con alcuni ragazzi della scuola un breve video-racconto.
Il clima non è stato da mero dibattito elettorale: si respirava amicizia e condivisione. I candidati stessi hanno tenuto un comportamento di apertura e profondo rispetto verso gli altri competitor. Si è percepita all’istante la lontananza dalle trasmissioni e dai programmi televisivi di queste settimane di campagna elettorale, dove lo scontro prevaleva sulle proposte. I candidati hanno saputo sperimentare e verificare sul campo la cultura del dialogo e della fraternità. Il pubblico non ne è rimasto “immune”.
Siamo stati sommersi da reazioni, commenti, suggerimenti. Qualche volta sono bastati anche solo un sorriso o una stretta di mano. Mentre scriviamo, rileggiamo quella pila di fogli colorati lasciati dagli studenti delle scuole superiori. È una testimonianza viva, concreta e sensibile di quanto vissuto. «Informazioni chiare e utili. Sono molto soddisfatta» ci scrive Jennifer, mentre la sua amica Marta ci incoraggia: «la vostra iniziativa è solo un primo passo, bisogna tornare ad agire. Solo così si possono fare grandi cose!». E Marianna ammette che «non è' poi vero che i giovani non si interessano di politica, forse e' la politica, con le sue dinamiche intrinseche, che li fa scappare».
È proprio questo il nostro punto di partenza, non certo di arrivo. Rimodulare la politica per noi giovani. L’evento di febbraio non vuole essere una meteora, ma un granello di speranza e partecipazione. Ci siamo, infatti, lasciati con i quattro candidati con una precisa e solenne promessa: «Ci rivedremo!». Questa iniziativa è solo il primo passo di un patto tra noi elettori e i futuri (nostri) eletti nelle istituzioni. Il primo gradino di un processo di condivisione vera e sincera. Nuove domande, rinnovate richieste di giovani come noi ci saranno in futuro. La nostra scuola di Partecipazione sarà al loro fianco. Assieme alla tutor, Ermanna Bellandi e al moderatore dell’evento e nostro docente, Alberto Lo Presti continuiamo convinti che la scuola sia una guida, un sostegno e un faro di esperienza».
I ragazzi della scuola di partecipazione di Crema.