Una politica evangelica per lo Ior
Mons. Nunzio Scarano non è un nunzio apostolico, ma si chiama Nunzio; non è vescovo, ma semplice monsignore; non è vescovo di Salerno anche se è di Salerno; non è il capo dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica), ma il direttore di uno dei suoi servizi di contabilità analitica, tra l’altro sospeso dal suo incarico per ripetuti sospetti sui suoi comportamenti; non è ai vertici dello Ior, ma semplicemente ha un conto nella banca vaticana, come centinaia di altri monsignori…
Bastano queste poche precisazioni per capire che lo scandalo di cui stamani si interessano i media nazionali e internazionali non è uno scandalo che coinvolge i vertici del Vaticano, ma una vicenda che ha a che fare con reati finanziari attuati da gente in talare. Delinquenza comune, verrebbe da dire. Anche perché da tempo si sapeva che il prelato era sotto inchiesta giudiziaria per via di una storia di riciclaggio che non c’entra nulla con i vertici di Santa Romana Chiesa. Scandalo quindi lo è, quello scoppiato stamani, perché è un vero scandalo che un certo numero di uomini di Chiesa possano tradire così fortemente la direttrice evangelica delle strutture ecclesiali.
L’importante è che gli arresti di questa mattina – sono stati arrestati anche un ex-carabiniere e un broker – non nascondano la grande opera di rinnovamento dello Ior e più in generale delle finanze vaticane iniziata tre anni fa (quindi ancora sotto Benedetto XVI e il card. Bertone), in vista di una totale trasparenza delle faccende bancarie vaticane.
Conversavo con un cardinale qualche giorno fa: il prelato mi raccontava della sua sorpresa, arrivando recentemente allo Ior per prelevare una piccola somma e per versare un assegno di qualche centinaio di euro, per le tante domande che gli sono state poste sulla provenienza e la destinazione di quelle somme. Procedure che testimoniano una volontà ben precisa di chiarezza e trasparenza. Basta valigette contenenti contanti (a fin di bene!), basta banconote da 500 euro in buste anonime…
È noto come papa Francesco abbia il profondo desiderio e la decisa volontà di far sì che tutte le strutture vaticane, e più in generale ecclesiali, abbiano natura, modalità e finalità strettamente evangeliche. La commissione da lui istituita poche ore fa, guidata dal card. Farina, va in questa direzione. «Serve ritrovare il profilo evangelico delle strutture vaticane», dicono in Vaticano con sempre maggiore frequenza. Il tempismo della nomina di questa commissione dice chiaramente la volontà del papa.
Ora la magistratura deve fare il suo corso e individuare le eventuali mele marce. In questo senso serve un rispetto totale del lavoro della magistratura italiana. È facile prevedere che tanti media sguazzeranno nel fango di questa vicenda: nulla di nuovo sotto il sole. Ma è molto più importante guardare con attenzione al lavoro che si sta facendo in Vaticano per reimpostare l’insieme delle finanze vaticane. Le novità non mancheranno, probabilmente già nei prossimi mesi.